Lettera aperta al Papa per un partito dei cattolici

Lettera aperta al Papa per un partito dei cattolici

Per fare sana politica in materia morale nel nostro Paese (ormai nel mondo globale) credo sia necessario ben più di un partito cattolico, sia pur animato dalle migliori intenzioni e da uomini degni. Sarebbe necessario una specie di Editto di Costantino (o di Teodosio) per il XXI secolo tra Chiesa cattolica e mondo globale, attraverso il quale la massima Autorità morale convince la massima Autorità politica dell'importanza dei valori cattolici vissuti (le opere) nel mondo globalizzato, riconoscendo conseguentemente l'indispensabilità di preservare i valori della cultura cattolica sottostante per il bene del mondo intero.

Certo va spiegato e, per riuscirci, è necessario il prestigio e la credibilità della massima Autorità morale. In gioco oggi c'è lo stesso concetto di umanità, di civiltà. Le ricerche, gli investimenti e lo sfruttamento industriale in biotecnologie legate a proposte quali l'utero in affitto, possono essere un modello economico di spinta all'economia mondiale, come lo fu negli anni Settanta lo scudo stellare (e le varie guerre), per la creazione della Silicon Valley. Benedetto XVI lo aveva ben capito e spiegato in Caritas in Veritate e Giovanni Paolo II (in Sollecitudo Rei Socialis) lo aveva persino profetizzato. Oggi le leggi morali vengono solo ratificate nei singoli Paesi. La decisione di imporle nasce altrove. Forse non lo abbiamo ancora ben capito. Diritti civili e altro sono solo scuse, «confezioni» di un prodotto ben più complesso. Credo poi che prima di costruire un nuovo partito cattolico vadano ricostruiti i cuori dei cattolici, la loro visione di che fare, vanno ricomposte le rotture interne (ben superiori a quelle esterne) e, conseguentemente, aiutare la riforma della Chiesa, per l'amore che i cattolici devo avere per essa. Poiché però il cattolicesimo è una religione assolutista dove il Pontefice ha autorità assoluta, gerarchica, legislativa, giudiziaria, grazie a questa autocrazia spirituale e al dogma dell'infallibilità, chiave per l'unità della Chiesa, solo il Papa potrebbe promuovere questo rapporto con il potere secolare e convincere per la realizzazione di questo Editto per il XXI secolo.

I criteri di convincimento stanno nel saper spiegare che un mondo globale ha bisogno di norme morali che abbiano un solo vero riferimento: la dignità unica della creatura umana, non la tutela gnostica dell'ambiente che prescinde dalla tutela della creatura. Se ciò non avvenisse, le leggi morali nel mondo intero si adatteranno alle peggiori (e opportunistiche), grazie a un'esibizione populistica di tolleranza sulle false libertà, le cui conseguenze dovrebbero essere ben note a chi si occupa di morale. Certo non sottovalutiamo lo sforzo necessario per fronteggiare le false ideologie antropologiche post moderne che hanno imposto come progresso e vera civiltà aberrazioni contro la stessa vita. Certo non sottovalutiamo la dimensione di un potere politico mondiale impregnato di relativismo gnostico che vorrebbe imporre un nuovo ordine morale mondiale. Ma, proprio per questo, ci rivolgiamo e confidiamo nella massima autorità morale ispirata e guidata dallo Spirito Santo.

Se anche lei ci crede, come certo è, non dovrebbe esser difficile realizzarlo. Se è vero che la politica è lo strumento con cui la società raggiunge il bene comune, degno della dignità della creatura, l'autorità morale ha il diritto-dovere di intervenire a difesa del valore morale degli atti umani, soprattutto quando si tratta di obiettivi comuni alla Chiesa e allo Stato (nascite, matrimonio, famiglia, educazione). Se oggi un partito cattolico scendesse in campo senza i presupposti citati, si produrrebbe lo stesso meccanismo che è così comune ormai nelle competizioni elettorali ovunque.

Anziché votare per sostenere un progetto si voterebbe contro i progetti di altri. E, nel nostro caso, si voterebbe, anche, contro un neopartito che non rispecchia il pensiero dell'Autorità Morale massima. Ma ci sentiamo veramente di farlo?

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