Ieri un post su Facebook con la scritta: "Fiori freschi e memoria viva", seguita da un cuore rosso. Sotto la fotografia della lapide di Riccardo Dura. Il giorno precedente viene riportata la data 28 marzo 1980 seguita sempre da un cuore rosso. L’ex br Barbara Balzerani ha voluto ricordare così i quarant' anni dal blitz dei carabinieri in via Fracchia a Genova in cui vennero uccisi i quattro brigatisti Riccardo Dura, Lorenzo Betassa, Piero Panciarelli e Annamaria Ludmann. La dinamica dell’irruzione non è mai stata chiarita ma nel frattempo la Digos intende aprire un’indagine basata sull'ipotesi di un avvicinamento di un ex br con i movimenti anarchici.
Il post
I due post di Balzerani ma in particolare quello di sabato 28 marzo hanno ricevuto molti apprezzamenti e quasi settanta commenti. Molti i pugni chiusi e i cuori rossi mentre alcuni ricordano i brigatisti con i loro nomi in clandestinità: Cecilia, Roberto, Antonio, Pasquale. Altri invece scrivono delle frasi per ricordarli: “Come dimenticare… Non si può.. la memoria va portata avanti finché esisterà la nostra generazione, affinché le nuove sappiano la storia nascosta di questo regime” oppure “Sono passati 40 anni e noi non dimentichiamo mandanti ed esecutori della strage di Stato! Onore ai compagni combattenti!”. Altri sottolineano che sono stati “uccisi mentre erano a letto” oppure che non bisogna “mai dimenticare nell'eventualità di una resa dei conti”.
Il blitz
Poco dopo le 4 del mattino del 28 marzo 1980 i carabinieri del nucleo speciale antiterrorismo del generale Dalla Chiesa entrarono nell’appartamento al primo piano di un palazzo nel quartiere Oregina di Genova. Durante il blitz venendo uccisi Annamaria Ludmann, Lorenza Betassa, Pietro Panciarelli e Riccardo Dura, l’assassino del sindacalista Guido Rossa.
Le indagini
Non venne mai chiarita la dinamica dell’irruzione, quindi non si sa se gli agenti avevano reagito dopo che i brigatisti avevano aperto il fuoco.
Come riporta Il Corriere della Sera, nella primavera del 2018 la Procura di Genova aprì un'inchiesta sul blitz in via Fracchia quale “atto dovuto” in seguito ad un esposto dell'ex ricercatore universitario e storico Luigi Grasso. Quest’ultimo avanzava la possibilità di omicidio volontario basata sulla circostanza che Riccardo Dura sarebbe stato ucciso con un colpo alla testa mentre era steso a terra.
Il procuratore Franco Cozzi chiese le carte sui fatti di via Fracchia ma si scoprì che l'intero fascicolo era scomparso. In seguito venne quindi aperta una seconda inchiesta per furto aggravato dagli archivi del Palazzo di Giustizia di Genova.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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