L'isola del (più) famoso duecento anni dopo

È del 24 febbraio di due secoli fa l'incipit del romanzo più celebre di sempre. Ma ancora ricco di sorprese

L'isola del (più) famoso duecento anni dopo

A Il Conte di Montecristo viene pubblicato a puntate a partire dall'agosto del 1844 sul «Journal des Débats». L'ultima puntata è del gennaio di due anni dopo. Praticamente una soap opera.

B A ispirare la figura di Edmond Dantes fu un ciabattino di Nimes, Pierre Picaud, accusato alla vigilia delle nozze da tre amici gelosi di essere una spia al soldo dell'Inghilterra. Imprigionato innocente per sette anni nel Forte di Fenestrelle riuscì a scavare un passaggio fino alla cella vicina di un prete italiano, padre Torri, che gli lasciò in eredità un tesoro. Liberato dalla caduta di Napoleone tornò in Francia sotto falso nome per vendicarsi degli ex amici.

C Ma c'è chi identifica il Conte nel padre di Dumas, Alex, primo generale nero e repubblicano avverso a Napoleone. Figlio di uno spregiudicato aristocratico, il marchese de la Pailleterie, e di una schiava nera, Cessette detta « la femme du mas », la donna delle cascine, fu venduto ragazzino dal padre per pagarsi il ritorno in Francia. La sua carriera di combattente si concluse in una cella del castello di Taranto da dove ne uscì cieco, sordo da un orecchio e zoppo. Anche il Porthos dei tre moschettieri pare sia ispirato da Alex Dumas.

D Prima di Giorgio Marsiaj gli ultimi abitanti dell'Isola di Montecristo sono stati i coniugi Goffredo e Carmen Benelli e la figlia Federica, i custodi che vivevano nella casetta costruita vicino Villa Taylor. Prima di trasferirsi avevano vissuto a Capo Verde dove lui, detto l'Anfibio, faceva il cacciatore di squali. Dopo 123 anni, dal 31 dicembre 2012, non ci sono più guardiani.

E È uno dei libri che ha avuto più riduzioni, trasposizioni, edizioni, traduzioni e adattamenti cinematografici: da quello muto del 1922 di Emmett Flynn alla serie Usa «Revenge». È diventato musical, fumetto, figurina Liebig e striscia della Magnesia San Pellegrino. E poi locali, navi, hotel, gioielli, sigari, videogiochi, formaggi, profumi, vini...

F In origine l'isola di Montecristo si chiamava Oglasa. Divento Monte Christi per il Monastero di San Mamiliano, vescovo palermitano che sull'Isola visse eremita fino alla morte nel 460. Dal 1971 è stata dichiarata Oasi dello Stato e interdetta al pubblico. Ogni anno viene visitata da non più di 50 persone al giorno autorizzate dal Corpo Forestale dello Stato di Follonica.

G Dumas ha scritto il Conte di Montecristo a spizzichi e bocconi, lavorando contemporaneamente ad altri romanzi, senza avere la minima idea di come farlo finire. Per farsi aiutare ingaggiò come «ghost writer» il poeta e drammaturgo Auguste Maquet, che lo portò in tribunale per avere la propria parte di diritti sulle opere scritte per Dumas. Riuscì a portare a casa solo un risarcimento «una tantum».

H Claude Legrand, insieme al pappagallo Blabla, per otto anni è stato l'unico abitante dell'isolotto al largo di Marsiglia su cui sorge il lugubre castello d'If prigione di Dantes «da cui nessuno fugge mai». É stato sostituito da un sistema elettronico di sorveglianza: «Ne avevo abbastanza della solitudine - disse andandosene - Preferisco sposarmi...»

I Jacques Mayol, il re degli abissi, forse il più famoso sub di tutti i tempi, con una lettera testamento scritta poco prima di togliersi la vita due giorni prima del Natale del 2001 volle che le sue ceneri fossero disperse nel mare dell'isola di Montecristo. Le ceneri furono consegnate a una vicina di casa, Marina Donati, che si faceva raccontare da Mayol le sue incredibili storie di mare.

J Sia nella miniserie tv con Gerard Depardieu che nel film con James Caviezel il Conte alla fine della storia si riunisce all'amata Mercedes nel «vissero tutti felici e contenti», nello sceneggiato tv con Andrea Giordana invece Edmond Dantès prende il mare in solitudine. Nel romanzo in realtà si lega alla principessa Haydée figlia del pascià Alì-Tebelen di Giannina: «Non ho piú che te al mondo, Haydée; per opera tua mi riconcilio alla vita, per opera tua posso soffrire ed essere felice».

K Le ultime parole

famose: «La vita è una tempesta, mio giovane amico. In un momento puoi scaldarti al sole, nel successivo andare a frantumarti contro gli scogli. Quello che fa di te un uomo è come ti comporti quando arriva la tempesta...»

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