Cronache

L'Italia in giallo, l'Rt in calo: perché si può riaprire davvero

Da lunedì tutta Italia in zona gialla tranne la Valle d'Aosta. I dati incoraggiano nonostante le profezie di qualche virologo che prevedeva centinaia di morti dopo le riapeture

L'Italia in giallo, l'Rt in calo: perché si può riaprire davvero

A partire da lunedì tutta Italia, tranne la Valle d'Aosta che resta ancora arancione, tornerà in zona gialla. Sarà firmata oggi l'ordinanza dal Ministro della Salute Roberto Speranza.

Nonostante le tragiche prospettive di qualche virologo che prospettava "molti morti" dallo scorso 26 aprile, data in cui sono avvenute le prime riaperture, l'Rt nazionale, cioè l'indice di contagio, passa da 0,89 a 0,86, e l'incidenza dei casi settimanali ogni 100 mila abitanti cala nettamente, da 123 a 103. Dati in discesa nonostante le profezie contro le feste scudetto, a Milano, e promozione, a Salerno, che hanno visto gli assembramenti di migliaia di persone.

Si tratta dell'ultimo monitoraggio con i vecchi parametri, a partire dalla prossima settimana la cabina di regia dovrebbe basarsi su nuovi criteri. Anche questi però dimostrano come la terza ondata stia tramontando. Come riporta La Stampa, solo Lombardia e Toscana hanno un tasso di occupazione dei letti in terapia intensiva sopra la soglia d'allarme del 30%. L'incidenza dei casi non è poi così lontana da 50, ossia il numero che l'Istituto Superiore di Sanità indica come utile per riprendere il tracciamento dei casi per bloccare in anticipo i nuovi focolai.

Amarezza da parte del presidente della regione della Valle d'Aosta, Erik Lavevaz, il quale ha anche scritto una lettera al Ministro Speranza per far inserire anche la loro in zona gialla "perché l’indice Rt è sotto la soglia dell’uno da oltre un mese, l’incidenza dei nuovi casi positivi è intorno a 150 ogni 100mila abitanti; gli indici ospedalieri sono molto buoni".

Regola vuole però che per essere promossi nella zona come meno restrizioni si devono mantenere dati incoraggianti per almeno due settimane. Se già fossero state inserite le nuove misure, ossia il tasso di occupazione dei posti letto in ospedale, anche la Valle d'Aosta sarebbe in zona gialla. Ben nove, invece, le regioni che hanno numeri da zona bianca: Friuli Venezia-Giulia, Sardegna e Molise già da oggi. Abbruzzo, Liguria, Trento, Bolzano, Veneto, Umbria e Lombardia lo diventerebbero a partire dal 26 maggio. Zona bianca significa nessuna restrizione tranne l'utilizzo della mascherina e l'obbligo di distanziamento.

I nuovi parametri

Se la regione ha 50 o meno contagi settimanali ogni 100mila abitanti va in fascia bianca. Se oscilla tra i 50 e i 149 in giallo mentre tra i 149 e i 249 in arancione, oltre è zona rossa e lockdown. Dal 15 giugno sarà utilizzato anche il tasso di occupazione dei posti letto in ospedale. Se l’incidenza varia tra 150 e 149 con oltre il 30% dei posti occupati in terapia intensiva e il 40% nei reparti di medicina scatta il rosso. Se, al contrario, gli indici di occupazione si stabilizzano sotto il 20 e il 30% allora si passa al giallo.

Sarà necessario realizzare un numero minimo di test da realizzare in rapporto alla popolazione: 500 tamponi al giorno se l’incidenza dei casi è pari o superiore a 250; 250 tamponi se è compresa tra 150 e 149; almeno 150 test quando l’incidenza è da zona gialla e 100 quando si è sotto i 50 casi settimanali.

L'Rt resta nonostante i nuovi parametri ma viene fortemente ridimensionato dal momento che circa il 40% della popolazione, tra vaccino o l'aver già contratto il virus, al momento è molto meno a rischio.

Oggi verrà corretta la proposta regionale dall'Istituto Superiore di Sanità ma i cambiamenti non dovrebbero essere radicali.

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