Cronache

Lodo Moro, patto anti-attentati con i palestinesi: il documento dell’accordo segreto

Un documento riservato che testimonia un patto tra il governo italiano e i palestinesi per mettera al riparo l'Italia da attacchi terroristici

Aldo Moro trovato morto in via Caetani
Aldo Moro trovato morto in via Caetani

Un documento riservato che testimonia un patto tra il governo italiano e i palestinesi per mettera al riparo l'Italia da attacchi terroristici. A pubblicarlo è il Giorno. Il documento risale al 17 febbraio 1978. Nel documento appare un messaggio cifrato inviato dal Libano dal colonnello Stefano Giovannone, capo centro Sismi a Beirut, ai suoi superiori in Italia. Nel testo Giovannone lancia l’allarme su un’imminente "operazione terroristica di notevole portata programmata asseritamente da terroristi europei", di cui gli ha appena parlato il suo interlocutore abituale e cioè George Habbash, leader del Fronte popolare per la liberazione della Palestina. Nel testo non si fa riferimento a quale azione possano portare avanti i terroristi. Nella seconda parte del messaggio, la prova di un accordo che riguarderebbe anche Moro: "A mie reiterate insistenze per avere maggiori dettagli, Habbash mi ha assicurato che l’Fplp opererà in attuazione confermati impegni miranti escludere nostro Paese da piani terroristici". Attuazione confermati impegni". C’era un patto per tenere l’Italia fuori dalle bombe e i palestinesi si impegnavano a rispettarlo.

Un mese dopo questo dispaccio cifrato proprio Moro venne rapito dalle Brigate Rosse che lo uccisero il 9 maggio. Era questa l’"operazione di notevole portata" di cui parlava Habbash? Difficile dirlo, ma è difficile anche pensare a una coincidenza. E proprio Moro, nelle sue lettere dalla prigionia citò per ben due volte Giovannone, che era un suo fedelissimo. Il documento, come racconta ilGiorno, è stato reso pubblico dal deputato bolognese di An-Fli Enzo Raisi, da anni strenuo sostenitore dell’esistenza del Lodo Moro e della correlata ‘Pista palestinese’ per la strage alla stazione di Bologna, che il 2 agosto 1980 provocò 85 morti e 200 feriti. Secondo questa tesi, fu il gruppo del famigerato terrorista internazionale Carlos lo Sciacallo, legato a doppio filo all’Fplp, a compiere l’attentato di Bologna. Una ritorsione contro l’Italia che poco prima aveva arrestato uno dei capi del Fronte, Abu Saleh. Tesi bocciata però dalla Procura di Bologna.

Adesso però tutto potrebbe cambiare.

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