L'Ue impone i turni in sala operatoria. E il trapianto non si può fare

L'applicazione stringente della direttiva Ue sui turni "nostop" dei chirurghi causa ritardi nelle pratiche di trapianto di reni

Pxabay
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L'Ue impone le sue regole e a pagare sono i pazienti che attendono il trapianto di reni. È la storia, assurda ma reale, di un ospedale di Brotzu, in Sardegna. "In queste ore stiamo rischiando nuovamente di non riuscire a trapiantare gli organi appena prelevati – dice il coordinatore delle equipe, Ugo Storelli alla Stampa –. Il personale non può fare più di un certo numero di ore di lavoro e con le carenze d’organico potrebbe ripetersi ciò che è avvenuto la settimana scorsa: abbiamo espiantato dei reni e siamo stati costretti a mandarli a Torino".

A curare i trapianti nell'ospedale è Mauro Frongia, e come spesso accade ai chirurghi, non ha orari ben precisi. Si opera finché bisogna farlo. Ma ora l'Ue sta impedendo ai medici di stare troppe ore in sala operatoria. "Da novembre la Regione ci ha imposto di applicare rigidamente le direttive comunitarie sugli straordinari e ci siamo subito trovati in difficoltà – spiega Ugo Storelli – Tra un turno e l’altro devono passare almeno undici ore e il lavoro non può proseguire oltre le dodici ore e cinquanta minuti. La settimana scorsa è successo proprio questo: tra operazioni e reperibilità non c’era più personale disponibile per trapiantare gli ultimi due organi".

Così i reni sono stati inviati a Torino. "Gli organi ovviamente non sono stati persi, ma se tutte le volte dobbiamo trasferirli altrove non ha più senso la gestione regionale delle liste d’attesa". La direttiva europea che impone ai medici di non fare turni troppo lunghi esiste dal 2000, ma non è mai stata applicata regolarmente. Solo che da qualche tempo la regione Sardegna, e non solo, ha deciso di essere più attenta all'applicazione della norma. Chi sfora gli straordinari può incorrere in sanzioni. "Le multe sono salate e rischiano di pagarle persino i medici e gli infermieri che fanno un lavoro così importante per salvare tante vite – sottolinea il coordinatore dei trapianti del Brotzu di Cagliari –. Le sanzioni scattano anche a carico dei dirigenti degli ospedali che autorizzano i turni straordinari. Per questo è necessario che i trapianti vengano al più presto classificati come attività di emergenza e che vengano esclusi da questa regola. Chi è che può permettersi di pagare 10 mila euro di multa o di essere processato solo per aver superato il limite delle ore di lavoro all’interno della sala operatoria? Io per questa causa sarei pronto a presentarmi di fronte al giudice".

"Certo - conclude Storelli - capita raramente di avere sei donatori nel giro di pochi giorni, ma questa dovrebbe essere una fortuna da sfruttare, visto che le liste d’attesa per i trapianti purtroppo sono molto lunghe. Non vorremmo che dopo tanta esperienza ci ritrovassimo ad assistere a nuovi drammatici viaggi della speranza, quelli che i sardi erano costretti a compiere quando nell’isola non si potevano eseguire i trapianti.

Ora speriamo che le assunzioni di medici e infermieri annunciate dal governo si facciano davvero e al più presto. Ma, in fondo, temiamo di ritrovarci di fronte a un altro problema: le sanzioni per aver speso troppi soldi per rimpolpare gli organici".

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