Cronache

L'ultimo mistero del Rigopiano: la telefonata ignorata del cameriere

Gabriele D'Angelo, poi deceduto nella strage, telefonò in prefettura. Ma nessuno prese in carico la sua richiesta

L'ultimo mistero del Rigopiano: la telefonata ignorata del cameriere

Un'ultima telefonata, finora mai resa nota, spunta dalle carte alla conclusione dell'inchiesta sulla strage dell'Hotel Rigopiano per cui risultano indagate 24 persone.

Cinque ore prima della valanga che il 18 gennaio 2017 causò 29 vittime, un cameriere della struttura avvertì la prefettura di Pescara. Erano le 11.38 e Gabriele D'Angelo, che poi rimarrà ucciso nell'Hotel, chiese aiuto al centralino della prefettura. D'Angelo segnalava che al Rigopiano c'erano 45 ospiti bloccati (in realtà erano 40) e chiedeva che venisse inviata una turbina sgombraneve. In prefettura, però, nessuno si fece carico della richiesta.

Con tutta probabilità sarebbe stato comunque troppo tardi: come scrive Repubblica, la strada provinciale 8 era già impraticabile per la neve e la turbina non sarebbe arrivata prima della valanga mortale. Ma il mistero rimane: quella telefonata del cameriere non fu inserita nei registri che la prefettura consegnò agli inquirenti dopo la tragedia.

I carabinieri forestali l'hanno scovata nei tabulati del cellulare di D'Angelo. Quando partì la telefonata, il prefetto Francesco Provolo - oggi indagato per omicidio e lesioni colpose, falso ideologico e omissione d'atti di ufficio - stava partecipando al Comitato per l'ordine pubblico e la sicurezza. L'operatrice che rispose al telefono si chiama Giulia Potrandolfo: fu lei a parlare con il cameriere per circa 4 minuti e a indicare, su indicazione dei coordinatori della Sala operativa, la dottoressa Ida De Cesaris (indagata) e Gianfranco Verzella, i numeri degli enti locali e della polizia secondo la procedura ordinaria che si attiva quando i cittadini richiedono uno spazzaneve.

L'operatrice però annotò che D'Angelo comunicava - sbagliando - che al Rigopiano c'erano 45 persone. Così nei giorni successivi, quando il bilancio sembrava assestarsi sulle 40 persone coinvolte (tra vittime e superstiti), informò tutti i superiori di quella telefonata. Che però la prefettura non inserì nei documenti da consegnare agli inquirenti.

Fu un'omissione volontaria? Questa domanda ora è al vaglio della magistratura.

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