Maroni: "Pagheremo le spese legali a chi spara per difendersi"

Maroni annuncia la misura nella nuova legge sulla sicurezza. Contraria la sinistra: "La legittima difesa non è un tema da maneggiare alla Salvini"

Maroni: "Pagheremo le spese legali a chi spara per difendersi"

Aiuti per pagare le spese legali a chi spara per difendersi. L'iniziativa arriva dalla Regione Lombardia, che ha annunciato, con il presidente Roberto Maroni e l'assessore alla Sicurezza Simona Bordonali, la presentazione di un progetto di legge per il contrasto alla criminalità.

Tra l'altro, Palazzo Lombardia si impegna - prima regione in Italia - a pagare le spese legali per quei cittadini citati in giudizio per "aver commesso un delitto per eccesso colposo di legittima difesa".

"Noi stiamo dalla parte di chi si difende e per colpa di una norma distorta passa per colpevole — ha spiegato il governatore Roberto Maroni — Noi siamo sempre i primi, siamo sempre avanti e anticipiamo gli altri". Secondo Repubblica, tra i primi a dare la notizia, il fondo messo a disposizione dalla Regione per queste spese legali sarebbe di soli 50mila euro. Con questa misura, si intende schierarsi al fianco di quei cittadini, molto spesso piccoli imprenditori o commercianti, indagati o condannati per essersi difesi da soli da tentativi di rapina o di aggressione.

Il provvedimento è stato accolto dal forte scetticismo dell'opposizione di centrosinistra in regione: "La legittima difesa è un tema da maneggiare con estrema attenzione, non certo alla Matteo Salvini — fa notare il capogruppo del Pd in Regione, Enrico Brambilla — La legge regionale non deve diventare un modo per giustificare comportamenti illegali e, dall’altro lato, occorre essere certi che la Regione non patrocini anche chi alla fine risulta davvero colpevole."

La nuova legge, fra l'altro, prevede l’estensione

anche alle vittime dell’estorsione del fondo regionale di prevenzione del fenomeno dell’usura e contributi agli enti locali per la manutenzione ordinaria e straordinaria dei beni confiscati alla criminalità e riassegnati.

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