Marito uccide mediatrice tunisina

Tornava dal molo messinese dove erano appena sbarcati dei migranti. L'ha presa a bastonate fino alla morte

Marito uccide mediatrice tunisina

Un'ira controllabile, forse scatenata da una forte gelosia. Così gli inquirenti si spiegano la morte di Omayma Benghaloum, 33enne mediatrice culturale tunisina, uccisa a bastonate dal marito.

La donna tornava dal molo Marconi a Messina quando è stata assalita dal coniuge, al rientro da una giornata trascorsa ad assistere la polizia in uno sbarco di migranti. L'uomo, 52enne, ha aspettato che varcasse la soglia dell'abitazione per aggredirla con un bastone, colpendola fino alla morte.

La Benghaloum lavorava come mediatrice culturale e non di rado collaborava anche con il commissariato nord di Messina, per fare da interprete con gli stranieri. Più saltuari i lavori del marito.

Il 52enne marito di Omayma Benghaloum si è presentato spontaneamente in commissariato, portandosi dietro le quattro figlie, di età compresa tra i due

e i dodici anni. Ora le bambine sono state affidate alla Casa famiglia di Saponara. Increduli i vicini, che parlano di una coppia molto unita e sostengono di non avere mai visto atteggiamenti violenti da parte dell'uomo.

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