Cronache

Medicina, ecco cosa cambia per gli specializzandi

Novità in vista dalle Regioni per i futuri medici. Il ministro dell'Istruzione Giannini: "Troppi chiedono di fare Medicina"

Il ministro dell'Istruzione Giannini
Il ministro dell'Istruzione Giannini

Ogni anno un esercito di studenti tenta di entrare a Medicina. L'ultimo anno sono stati 63mila a fronte di diecimila posti disponibili. Il ministro dell'Istruzione Stefania Giannini in un’audizione davanti alle commissioni Cultura e Affari sociali della Camera ha annunciato che ci saranno novità:"Dovremo far sì che l’enorme domanda per l’iscrizione alla facoltà di Medicina sia ricondotta a un numero ragionevole". Meno affollata la corsa alle specializzazioni: "Sono stati in 12mila laureati a partecipare alle prove di selezione, a fronte di un fabbisogno di 8.200 posti e di una erogazione di borse arrivata miracolosamente a quota 5.500. Abbiamo un imbuto - ha aggiunto il ministro - che dobbiamo trasformare in cilindro". I laureati in Medicina, ha concluso la titolare del dicastero di viale Trastevere, "sono tanti e sono anche tanti coloro che aspirano a una borsa di specializzazione, perché in pochi optano per la scelta del medico di base". Riuscirà il governo a passare dalle buone intenzioni ai fatti? Staremo a vedere. "Sui test di ammissione a Medicina la ministra Giannini ci dà ragione due volte - dichiara, in una nota, Elena Centemero, responsabile nazionale scuola e università di Forza Italia -. La prima, rilevando la necessità di non abolirli, la seconda concordando sull’importanza di un’efficace strategia di orientamento per gli studenti. Scuole superiori ed università non sono dei compartimenti stagni ma due tappe di un percorso integrato in cui gli studenti vanno guidati e accompagnati".

Intanto si preannunciano novità sul fronte delle specializzazioni in medicina: le Regioni vogliono renderle più semplici e pagare loro stesse gli specializzandi, prevedendo più ore in reparto e meno di didattica. Lo ha detto il coordinatore degli assessori regionali alla Sanità, Luca Coletto. Se ne parlerà in un incontro previsto venerdì al ministero. "Oggi formiamo i medici ma non li specializziamo - spiega l’assessore Coletto - Proponiamo che il medico laureato e abilitato possa accedere alla specializzazione nel reparto, seguito dal primario e prosegua la didattica presso l’università. Insomma, vogliamo che acceda alla specializzazione appena laureato per evitare di avere, come oggi, 5 mila medici che non hanno accesso alle scuole di specializzazione". L’assessore spiega che le Regioni sarebbero pronte ad assumere questi specializzandi, sgravando di costi lo Stato. "In Italia da una parte c’è una carenza di medici che importiamo - osserva Coletto - dall’altra si laureano ogni anno 10 mila giovani ma solo 5 mila accedono alle borse di studio specialistiche. Vogliamo una sorta di ritorno al passato, non ha senso far arrivare e pagare medici dall’estero e non specializzare i nostri giovani, che finiscono per completare gli studi intorno ai 30 anni, contro i 27 degli altri Paesi".

"Da circa un mese i maturandi erano consapevoli che il test di Medicina si sarebbero svolto e che il modello alla francese, atteso dopo le dichiarazioni pre-elettorali del ministro Giannini, sarebbe rimasto un miraggio almeno per anno - fa notare il portale Skuola.net -. Tuttavia solo il 25% degli studenti aveva scommesso su settembre come possibile data per lo svolgimento della prova di selezione. La stragrande maggioranza, circa il 60%, degli intervistati secondo un nostro sondaggio era convinto che la prova si sarebbe svolta ad aprile come aveva stabilito per il 2014 l’ex ministro Carrozza. Infine il 15% - rileva Skuola.net - scommetteva su luglio, come era nel disegno originario del suo predecessore Profumo.

Per questo motivo 3 maturandi su 4, recentemente, hanno dichiarato di aver iniziato già a prepararsi studiando per il test".

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