Milano, Bologna e Torino: "In città a 30 km/h per la sicurezza di tutti"

Non più "zone 30" a macchia di leopardo, ma città complessivamente più a misura di pedone e ciclista dove soltanto sulle strade principali si potrà continuare ad andare a 50 km/h

Milano, Bologna e Torino: "In città a 30 km/h per la sicurezza di tutti"

"Un'altra mobilità è possibile introducendo il limite di 30 chilometri orari per i mezzi motorizzati in città". Ne sono convinti gli assessori alla Mobilità di Bologna, Milano e Torino che dagli Stati Generali della Mobilità Nuova hanno sancito un'alleanza nel nome della moderazione del traffico per il miglioramento della qualità della vita in ambito urbano.

Città a 30 km/h. Bologna, Milano e Torino si candidano a diventare "città 30", dove il limite di 30 chilometri orari sarà esteso a tutto il territorio urbano (a eccezione delle arterie di scorrimento). Dunque non più "zone 30" a macchia di leopardo, ma città complessivamente più a misura di pedone e ciclista dove soltanto sulle strade principali si potrà continuare ad andare a 50 km/h. Un primo impegno concreto in vista di un progetto, ancora in fase embrionale, che potrebbe vedere la luce nei prossimi mesi: la creazione di un nuovo soggetto unitario promosso da Bologna/Milano/Torino insieme con Rete Mobilità Nuova per dare continuità all'azione della Rete affiancando quella dei Comuni virtuosi e delle associazioni.

L'Italia cambia strada.

La novità è stata molto ben accolta da Legambiente, associazione da sempre in prima fila nelle battaglie per avere strade meno inquinate e più vivibili: "Passare da una città dove i 50 chilometri orari sono la regola e i 30 l'eccezione, all'esatto contrario, introducendo il limite di 30 nei centri abitati e l'eccezione a 50 sulle principali arterie di scorrimento è un atto di grande coraggio da parte di queste tre grandi città: la loro scelta può davvero aprire la strada a un nuovo modello di mobilità urbana con gerarchie completamente capovolte: non più soprattutto auto e poi tutto il resto, ma pedoni, ciclisti, trasporto pubblico e pendolari al primo posto in un'ottica di reale efficienza, qualità e sicurezza dello spostamento"

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