Milano, rissa tra rom per strada. Saltano fuori pistole

La zuffa sarebbe nata in seguito ad un’occhiata di troppo rivolta ad una rumena sposata da un bosniaco. Decine di agenti impegnati a riportare l’ordine, ma la gente è stanca

Milano, rissa tra rom per strada. Saltano fuori pistole

Maxi rissa fra stranieri in via Bolla a Milano, dove risiede il complesso di alloggi Aler. A rendersi protagoniste dell’acceso scontro sarebbero state due bande rom che occupano abusivamente alcuni dei sopra citati appartamenti: un gruppo composto da bosniaci, l’altro da rumeni.

Stando a quanto riferito, sarebbe stata un’occhiata troppo insistente rivolta da un giovane bosniaco ad una donna rumena a causare la rissa. Il marito di questa, infatti, sarebbe andato su tutte le furie, prendendosela prima con la propria compagna e poi col suo presunto ammiratore.

È lo stesso bosniaco, un ragazzo disabile di 26 anni, a raccontare la vicenda sulle pagine de “Il Giorno” ed a dichiararsi innocente. “Tutto è cominciato perché un rumeno pensava che io avessi rivolto uno sguardo di troppo a sua moglie dal ballatoio. Infuriato, ha cominciato a picchiare la donna in cortile e io gli ho detto di smetterla. Lui se l’è presa con me. Allora sono sceso e mi sono ritrovato circondato da rumeni, donne e uomini”.

Qualunque sia la verità, in breve tempo si è scatenato l’inferno, mentre i residenti di via Bolla osservavano allarmati dalle proprie finestre. Di fronte al numero civico 38 si sarebbe originata una violenta zuffa fra le due fazioni di rom, che in breve hanno iniziato a diventare sempre più numerose. I testimoni riferiscono di avere visto spuntare numerose armi, fra cui coltelli, bastoni, e anche qualche pistola. Ad un certo punto i bosniaci avrebbero inoltre chiesto aiuto al fratello del 26enne, un pregiudicato di 31 anni che in quel momento si trovava nel quartiere di Lontoreggio (Milano). Quest’ultimo si sarebbe precipitato a tutta velocità in via Bolla a bordo della sua auto, una BMW bianca, per soccorrere il familiare.

“Sembrava una guerra. La macchina sbandava, ha rischiato di investire un papà con un bambino sul marciapiede. Noi eravamo terrorizzati, guardavamo la scena dalle finestre ma senza meravigliarci più di tanto, perché ogni giorno succede qualcosa” racconta con amarezza una delle residenti.

Sono state numerose le segnalazioni alle forze dell’ordine, anche da parte degli stessi stranieri. Alcuni avrebbero denunciato di essere stati minacciati dai rivali con delle pistole, altri che il bosniaco a bordo della BMW avrebbe volontariamente cercato di investire qualcuno.

In poco tempo il complesso Aler si è riempito di agenti di polizia, e molti dei facinorosi si sono allontanati, chiudendosi poi in un omertoso silenzio. Neppure una delle varie armi a cui si è fatto cenno è stata rinvenuta.

In breve in via Bolla è tornata un’apparente tranquillità, ma la situazione resta fortemente compromessa. Rimane forte, infatti, il malcontento dei residenti, da troppo tempo ostaggi di un contesto sempre più violento e pericoloso. “Un buco nero”, ecco come hanno ridenominato la zona.

“Ma come si può vivere in queste condizioni? Venerdì il cortile era invaso da poliziotti con giubbotti antiproiettile, scudi e mitragliette. Ogni giorno ci domandiamo se ci sarà una rissa”, commenta uno degli inquilini che risiede nel complesso da ben 35 anni.

Secondo alcuni

dei residenti, l’unica soluzione sarebbe quella di liberare gli appartamenti dagli abusivi che li occupano senza alcun diritto. Su 244 case in totale, infatti, ben 80 sarebbero quelle abitate illegalmente.

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