Cronache

La "bolgia infernale" di Milano: in stazione feci, urina e droga

Tullio Trapasso del Comitato City Report documenta il degrado in Stazione Garibaldi, in pieno centro a Milano

La "bolgia infernale" di Milano: in stazione feci, urina e droga

Il presidente del Comitato City Report di Milano, Tullio Trapasso, torna a documentare il degrado del capoluogo lombardo; dopo aver portato alla luce lo scorso dicembre le disastrose condizioni del Palasharp di Lampugnano, questa volta Trapasso e troupe si sono recati in Stazione Garibaldi, nel cuore di Milano ed hanno potuto riscontrare una situazione a dir poco sconcertante.

In base alla ricostruzione, Trapasso nella notte tra il 26 e il 27 gennaio, si è recato assieme alla troupe sul lato della Stazione Garibaldi che da su viale Don Sturzo ed è sceso per la discesa laterale che porta al cancello carraio, rimasto aperto, dal quale è apparso un individuo sordomuto munito di fischietto che ha cercato di disincentivare la troupe dall’entrare all’interno dell’edificio, senza però riuscirci; a questo punto il personaggio in questione ha iniziato a fischiare per avvisare chi era all’interno della struttura ed è poi sparito. Tale soggetto veniva tra l’altro notato anche in altri luoghi di occupazione e sempre con il medesimo ruolo di “guardiano” improvvisato.

Una volta all’interno dei sotterranei della Stazione, la troupe si è trovata davanti a una vera e propria bolgia infernale del bivacco tra rifiuti, bottiglie rotte, siringhe, montagne di spazzatura, resti di cibo, feci ed urina. Nei corridoi, accanto alle tubature, si erano riparati alcuni senzatetto in fuga dal freddo dell’esterno ma anche alcuni immigrati sub-sahariani che, una volta vista la troupe, si sono immediatamente coperti.

Secondo quanto dichiarato da Trapasso ciò non sarebbe casuale: "È un meccanismo che ho già visto in diverse occasioni. Una volta avvisati, questi individui africani si coprono immediatamente per non farsi riconoscere”. E ancora: "Nel fine settimana nei lunghi corridoi sotterranei si incontrano clienti e spacciatori della vicina zona di corso Como. Una vera terra di conquista per pusher e spacciatori e un rifugio per diversi giovani storditi dallo sballo notturno o in cerca di sostanze”.

Un contesto di degrado che non può non richiamare al caso di Desireè Mariottini a Roma o allo stabile degli orrori di Ancona, perché quando si lasciano proliferare luoghi del genere dove tutto può accadere, diventa poi inutile inorridirsi quando ci scappa la tragedia. Quando si lascia uno spazio vuoto, incustodito, questo viene occupato, è un dato di fatto.

Un altro elemento alquanto preoccupante segnalato da Trapasso è il facile e diretto accesso dal lato di Stazione Garibaldi che dà su viale Don Sturzo fino alla banchina dei binari: infatti, una volta entrati tramite il cancello in fondo alla discesa e raggiunti i corridoi, si sale per una scalinata che conduce a una porta anti panico, a sua volta tenuta sempre aperta con dei cartoni e dalla quale si accede direttamente alla banchina del binario 7, a pochi metri dalla stazione di polizia.

“In pratica posso arrivare alla banchina senza dover passare per l’entrata principale, passando per il retro senza alcun controllo e nonostante la videosorveglianza dichiarata e il divieto d’ingresso”, commentava Trapasso.

Un aspetto che va preso in considerazione anche in ambito attentati; inutile infatti mettere i furgoni dell’esercito davanti alla stazione se poi si può passare di lato utilizzando un cancello lasciato aperto, davanti a telecamere che non si sa bene se funzionino o meno e arrivando alla banchina attraverso una porta a sua volta tenuta aperta.

Trapasso e la sua troupe hanno messo in evidenza una situazione estremamente seria che non si verifica in qualche capannone dell’hinterland milanese, ma che ha come teatro una delle principali stazioni dei treni nel cuore di Milano, luogo di transito quotidiano per migliaia di pendolari e viaggiatori, a due passi dal Bosco Verticale, dalla sede dell’Unicredit di piazza Gae Aulenti e dal palazzo della Regione nonché da corso Como, uno dei principali centri della movida milanese.

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