Sicurezza, sì del Senato al piano immigrazione

Il dl immigrazione al voto del Senato. Ma Minniti è pronto a imporlo a Regioni e Comuni

Sicurezza, sì del Senato al piano immigrazione

Più rimpatri e meno burocrazia per i richiedenti asilo. Sono i cardini del dl immigrazione su cui Marco Minniti ha posto la fiducia al Senato.

Fiducia ottenuta questa mattina con 145 sì (Pd, Ap e Mdp), 107 no (Forza Italia, Lega, Gal, Ala, Si, M5S e Conservatori e riformisi) e un astenuto. Il provvedimento, che deve essere convertito in legge entro il 18 aprile, passa ora all'esame della Camera.

Del resto, come racconta il Corriere, solo nei primi tre mesi del 2017 sono arrivate oltre 23mila persone, quasi il 60% in più rispetto allo scorso anno. Così il ministro dell'Interno ha ribadito i punti chiave del suo sistema: "la creazione di centri di identificazione per chi deve essere espulso sparsi su tutta la Penisola, il fatto che i rifugiati debbano essere accolti per non più di 6 mesi e soprattutto la possibilità di lavorare e quindi di integrarsi nella comunità". Lavori che dovranno obbligatoriamente essere "socialmente utili, "non retribuiti" e soprattutto su base volontaria, oltre che "finanziate dalla comunità europea con fondi destinati solo a questo scopo".

Minniti rilancia un appello a governatori e sindaci perché incentivino "l'accoglienza diffusa" con centri di identificazione "fuori dai centri abitati, preferibilmente vicino agli aeroporti" e che potranno ospitare "al

massimo 150 persone in attesa di rimpatrio". "Non ci saranno interferenze nella vita dei cittadini e dunque non c’è alcun motivo di rifiutare queste strutture", ribadisce il ministro che spera così di raddoppiare le espulsioni.

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