Cronache

Molfetta, panico e feriti durante la festa patronale

A causa di una rissa si è pensato ad un attentato nel paese in provincia di Bari

Molfetta, panico e feriti durante la festa patronale

Una decina di feriti. È questo il bilancio della festa patronale della Madonna dei martiri, protettrice di Molfetta, in provincia di Bari. Poco prima della mezzanotte, a pochi minuti dallo spettacolo pirotecnico di chiusura della festività, un giostraio e due uomini pare abbiano avuto un litigio per futili motivi. Da lì la situazione è degenerata in una rissa e in un primo momento si è pensato anche ad una sparatoria, come riferito dalle forze dell'ordine. Ora le indagini vanno oltre, potrebbe esserci stata una terza persona armata da cui può essere partito un colpo. Fatto sta che o per i colpi di pistola, o per l'inizio dei fuochi d'artificio, è scoppiato il panico tra la folla (pare ci fossero circa un centinaio di persone). Secondo quanto si legge su "La Gazzetta del Mezzogiorno" qualcuno ha gridato "stanno sparando", da lì la paura si è diffusa a macchia d'olio e c'è stata una fuga generale sulla falsariga del falso allarme di Torino lo scorso 3 giugno in Piazza San Carlo durante la proiezione su maxi schermo della finale di Champions League. Si temeva un attentato. E questo lascia riflettere su come il modo di vivere gli eventi affollati sia cambiato. È cambiata la percezione del pericolo. C'è la paura dell'altro, della folla, come un riflesso automatico. La scena è stata la stessa della rambla di Barcellona, alcune persone si sono rifugiate in alcuni locali. È in questa folle e disperata corsa che alcune persone hanno riportato delle contusioni. C'è chi è caduto, chi urlava. Un vero scenario di paura, degno di un attentato. Immediato l'intervento dei carabinieri del 118. Intanto, come si legge sempre sulla Gazzetta, due persone sarebbero state fermate nel corso della notte. In manette sono finiti il 24enne Fabio De Pinto, di Molfetta, accusato di resistenza a pubblico ufficiale e il 44 enne, Antonio Brattoli, anche lui molfettese, accusato di inosservanza degli obblighi: non doveva essere lì. A distanza di poche ore arrivano le parole del vescovo di Molfetta (che ricordiamo essere un comune di più di 60mila abitanti) riportate su Molfettalive.it, che arrivano come un monito. "La nostra è e deve rimanere terra di pace, di comunione, - dichiara monsignor Cornacchia - non ci sono motivazioni che possano giustificare l'uso della violenza.

L'episodio è avvenuto proprio mentre in Colombia il Papa invitava quelle popolazioni, segnate da violenza inaudita, a farsi artigiani di pace, promotori della vita, rispettosi delle differenze, promuovendo gli ultimi".

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