Cronache

È morto Ciro Cirillo, l'ex Dc sequestrato e liberato dalle Brigate Rosse

È morto Ciro Cirillo, l'ex presidente della Regione Campania sequestrato dalle Brigate Rosse nel 1981: per la sua liberazione la Dc pagò un riscatto in circostanze ancora avvolte dal mistero

È morto Ciro Cirillo, l'ex Dc sequestrato e liberato dalle Brigate Rosse

È morto all'età di 96 anni Ciro Cirillo, l'ex esponente della Dc che fu sequestrato dalle Brigate Rosse nel settembre del 1981.

A dare la notizia è stato il Mattino di Napoli. Il mondo della politica è in lutto. Classe 1921 ed esponente della corrente di Antonio Gava, potente leader della Democrazia Cristiana, Cirillo divenne presidente della Provincia di Napoli nel 1969 e fu eletto presidente della Regione Campania nel 1979.

Era assessore regionale ai lavori pubblici quando, il 27 aprile 1981, fu sequestrato da un commando di cinque terroristi delle Brigate Rosse. Nel sanguinoso rapimento avvenuto a Torre del Greco furono uccisi l'agente della scorta, il maresciallo di P.S. Luigi Carbone, e l'autista, Mario Cancello, del politico.

89 giorni più tardi, Cirillo venne rilasciato in un edificio fatiscente di Poggioreale, a Napoli. Le circostanze del suo sequestro, ma ancora di più quelle della sua liberazione, rimangono tutt'oggi avvolte dal mistero.

All'epoca ci furono durissime polemiche, soprattutto perché fu chiaro fin da subito che la Democrazia Cristiana, abbandonata la linea della fermezza a cui si era attenuta durante il sequestro di Aldo Moro, stava trattando con i terroristi per il rilascio.

Furono le stesse Brigate Rosse, il giorno prima del rilascio, a comunicare la liberazione annunciando che era stato pagato un riscatto di 1 miliardo e 45 milioni di lire. Le modalità e i retroscena dell'operazione non furono mai chiariti del tutto.

Si vociferò di una mediazione dei servizi segreti, del ruolo di Francesco Pazienza, un faccendiere iscritto alla P2, e soprattutto dell'intervento del padrino della camorra Raffaele Cutolo.

In un'intervista concessa a Repubblica nel 2001, lo stesso Cirillo dichiarò di avere scritto l’intera verità sulla faccenda e di aver affidato il documento a un notaio con la volontà di renderlo noto solo dopo la sua morte.

Successivamente, però, il politico smentì l'esistenza di questa lettera in un'altra intervista a Il Mattino, aggiungendo che una volta tornato in libertà la Dc gli aveva chiesto di farsi da parte e di ritirarsi dalla politica, cosa che fece seppur a malincuore.

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