Nikolai Mikhailov Bielaiev era l’ultimo soldato russo rimasto in vita ad aver partecipato ad uno degli eventi più significativi e simbolici della fine del nazismo: la presa del Reichstag a Berlino, del maggio 1945. Il veterano è morto oggi a 93 anni a San Pietroburgo, nel suo piccolo appartamento alla periferia della città. Bielaiev era un tenente del 756esimo reggimento dell’Armata Rossa, la stessa in cui combattevano Mikhail Egorov e Meliton Kantaria, i due militari che salirono sulla cupola della sede storica del parlamento tedesco e issarono la bandiera rossa, immagine della vittoria russa sul nazismo rimasta nella Storia grazie ad uno scatto - realizzato ad arte con altri soldati e poi ritoccato ad uso propagandistico - del fotografo di guerra ucraino Ievgheni Khaldei. Bielaiev era nato nella regione di Tver, a nord di Mosca, da una famiglia di contadini. Come tanti suoi coetanei dovette imbracciare il fucile a nemmeno 20 anni e attraversare mezza Europa per liberarla dal nazifascismo.
L’ufficiale combattè nella Russia occidentale, in Lettonia, in Polonia e in Germania, dove dal 28 aprile al 2 maggio partecipò all’assalto del Reichstag di Berlino, città in cui culminò lo scontro decisivo nel cuore d’Europa. Dopo la guerra aveva continuato il servizio militare nella flotta dell’Oceano Pacifico e poi per 40 anni aveva lavorato nella fabbrica ’Bandiera rossà. Fino all’ultimo giorno della sua vita Bielaiev ha dedicato il suo tempo al lavoro storico-patriottico con i più giovani. Anche se l’ex tenente ha spesso denunciato la solitudine del suo impegno: "Lo Stato non ha alcun bisogno di me. Una volta mi sono offerto per tenere una lezione ma nessuno mi ha ascoltato", diceva l’illustre reduce, ricordando che per il giorno della vittoria - il 9 maggio - riceveva solo una cartolina dalle autorità russe per il suo valoroso contributo alla vittoria durante la Grande Guerra Patriottica, come viene chiamata in Russia, il Paese che subì le maggiori perdite nel conflitto. Dal 2010 però qualcosa è cambiato.
La Germania, il Paese sconfitto grazie anche al suo contributo, lo ha infatti invitato a Berlino per ogni giorno della vittoria: "Qui mi ringraziano e lo fanno in russo, anche se con accento tedesco, ed è commovente", ricordava il soldato. "Gli adulti dicono ai bambini: ’guarda il soldato russo che ha salvato il mondo da Hitler’".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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