Mps, altri 1500 esuberi, paga lo Stato

Nel nuovo piano nuovi tagli oltre quelli previsti. Nella manovra i fondi necessari

Mps, altri 1500 esuberi, paga lo Stato

Stanno per arrivare i tagli in banca. A cominciare dal Monte dei Paschi: il piano industriale che verrà varato dal cda del 24 ottobre potrebbe contenere circa 3mila esuberi. Di questi, 1.500 sono residui del vecchio piano.
Oggi, intanto, il board di Rocca Salimbeni si riunirà per esaminare la proposta di ristrutturazione targata Corrado Passera, che è stata fatta tornare sul tavolo del presidente Massimo Tononi la settimana scorsa, ma soprattutto fare un aggiornamento del maxi riassetto su cui sta lavorando il nuovo ad Marco Morelli. Nel frattempo, per attutire l'impatto della cura dimagrante su tutti i tagli allo sportello, compresi quelli che arriveranno per le popolari venete, nella legge di bilancio studiata dal governo verrebbero stanziati circa 70-100 milioni di euro nel 2017 per il fondo di categoria finanziato dal comparto che fino a ora ha evitato i licenziamenti ma che si trova a corto di risorse. Le big del credito sono anche alle prese con i salvataggi: hanno dovuto farsi carico prima di Etruria & C e poi dell'impegno nel Fondo Atlante, costati diversi miliardi in tutto.
Proprio ieri l'ad di Intesa Sanpaolo, Carlo Messina, in un'intervista a un settimanale tedesco, ha sottolineato che il fondo Atlante «è abbastanza forte per sostenere le tre maggiori banche problematiche, Veneto Banca, Mps e Banca Popolare di Vicenza». Ma anche che il fondo «otterrà ancora denaro fresco» e Intesa ha «deciso di contribuire con ulteriori 150 milioni di euro in modo da raggiungere il miliardo, ma non di più».
Tornando agli esuberi, secondo le stime, ci saranno 50mila bancari in meno nei prossimi tre anni. E non i 150mila in dieci anni ipotizzati da Renzi all'inizio di settembre.

Nel paracadute aperto da Palazzo Chigi ci sarebbero altri provvedimenti come il riconoscimento del riscatto della laurea mentre per le banche che hanno già usufruito abbondantemente dei prepensionamenti e in difficoltà verrebbe introdotta la solidarietà «difensiva», ovvero un taglio di ore di lavoro e di stipendi in modo da evitare i licenziamenti. Da aggiungere a quella «espansiva» che prevede la concessione di part time per favorire i nuovi assunti.

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