Se chi legge abita a Milano, è quasi certo che di questo problema abbia già sentito parlare: il famoso termine dei novanta giorni entro cui sono contestabili le multe comminate per infrazioni al codice della strada.
Secondo la giunta di Palazzo Marino e l'assessore alla Sicurezza (da cui dipendono i vigili ambrosiani, i ghisa) Marco Granelli, questo lasso di tempo andrebbe calcolato a partire dalla data in cui i fotogrammi delle presunte infrazioni vengono visionati dagli operatori. Su questa base si è proceduto sinora a sanzionare gli automobilisti milanesi.
Peccato però che ieri il ministro dei Trasporti Maurizio Lupi abbia sconfessato in pieno l'interpretazione adottata dall'amministrazione Pisapia: "L'accertamento inizia quando l'operatore verifica l'infrazione", ha spiegato il ministro di Ncd. "Le norme del Codice della Strada - ha concluso Lupi - non sono fatte per sanare i bilanci."
Una bacchettata che non ha lasciato indifferente l'assessore Granelli, subito pronto a difendersi nel merito: "Le dichiarazioni del ministro Lupi ci meravigliano. Voglio chiarire un equivoco: il Comune non fa cassa con le multe ma la Polizia locale - ha proseguito - ha il dovere di sanzionare chi non rispetta la legge e mette a repentaglio l’incolumità propria e quella degli altri utenti della strada. Anche così abbiamo dimezzato gli incidenti a Milano."
La discussione sulla modalità di elevazione delle multe nelle strade della città ambrosiana è da tempo sulle pagine dei giornali locali e nazionali: poco più di un mese fa, aveva fatto scalpore la circolare con cui l'assessore alla Sicurezza
aveva rimproverato la Polizia locale colpevole di fare "troppe poche" multe. Un rimprovero immediatamente rispedito al mittente dagli agenti, che avevano ricordato a sindaco ed assessori di essere dei vigili urbani e non dei gabellieri.
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