Cronache

Napoli, scacco al clan: arrestato il super latitante Antonio Orlando

Soprannominato "O mazzolino" era ricercato da 15 anni, si nascondeva in un appartamento a Mugnano di Napoli

Napoli, scacco al clan: arrestato il super latitante Antonio Orlando

I carabinieri del nucleo investigativo di Castello di Cisterna, agli ordini del colonnello Giardelli e del maggiore Bagarolo, coordinati dal magistrato della Dda di Napoli Maria Di Mauro, hanno messo fine a una delle latitanze più lunghe e pericolose che la storia di questo paese ricordi. Dopo 15 anni, infatti, sono state messe le manette ai polsi di Antonio Orlando, il reggente del clan camorristico "Orlando-Nuvoletta- Polverino".
Antonio Orlando, 60 anni, era inserito nell'elenco dei latitanti più pericolosi d'Italia e, a carico, aveva due ordinanze di custodia cautelare in carcere per associazione di tipo mafioso, emesso dal GIP su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia. L'arresto è avvenuto all'alba di questa mattina in un appartamento di Mugnano, a Napoli.

Antonio Orlando, alias "o mazzolino", era il capo indiscusso dell'omonima cosca criminale di Marano; passato alla storia soprattutto per la gestione del traffico di hashish e per le estorsioni. Negli anni ’90 , poi, il gruppo fu costretto a scegliere tra i Nuvoletta e i Polverino per delle frizioni tra i due clan, entrambi legati da rapporti di parentela con gli Orlando. "o mazzolino" scelse di appoggiare il boss Peppe Polverino, riconoscendolo come clan indipendente, occupandosi dello spaccio di hashish a Marano, Quarto e Calvizzano. Il boss era ricercato dal lontano 2003. Nel covo del latitante, i carabinieri hanno rinvenuto SIM card e € 60.000 in contanti. Oltre, neanche a dirlo, a tutti i comfort, come il tapis roulant, la doccia solare e anche una sauna.

Un'operazione, quella compiuta dai carabinieri, che può essere definita quasi un regalo. Un regalo per tutta la città che, per 15 anni, ha visto la propria economia annientata dal giogo criminale di "o mazzolino" . Orlando, infatti, utilizzava un canale privilegiato dal Marocco, da dove arrivano tonnellate di hashish di alta qualità con il marchio “iPhone”.

Oltre, ovviamente, al riciclaggio di ingenti quantità di denaro.

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