Cronache

Nel rigor Montis ci salva il gossip 

Il nostro Paese va a rotoli, ma basta una notizia piccante per farci ritrovare il buonumore. Sì: ci accontentiamo di poco...

Nel rigor Montis ci salva il gossip 

«Molto rumore per tutto». Sul palco sempre affol­lato del gossip , dove si sgomita per guadagnare il prosce­nio, niente è impossibile, e dunque c’è spazio e tempo anche per una pa­rafr­asi e una rivisitazione shakespea­riana. Nel regno della chiacchiera, il rumore è infatti assordante e, quan­to agli strumenti per ottenerlo, non si va troppo per il sottile. Se poi c’è di mezzo l’amore... «Amor ch’a nullo amato amar perdona», sentenziava un altro big del passato, Dante Ali­ghieri, che gli Amici li mandava vo­lentieri all’Inferno, pur di architetta­re una Commedia interminabile come Beautiful al solo scopo, stringi stringi, di di­re­che la sua Beatrice adorata meri­tava di stare nei pressi di Dio, mol­to più in alto di Tre metri sopra il cielo . Ora, magari in un prossimo fu­turo Emma Marrone e Belén Ro­driguez troveranno uno Shake­speare disposto a metterle al cen­tro di un dramma, per quanto grottesco e farsesco. Ma difficil­mente scoveranno un Dante che non sia un semplice participio presente del verbo «dare».

Ap­prendiamo infatti che il loro parti­cipio presente, il piroettante Ste­fano De Martino, da «dante» è già retrocesso a «dato»: ha già dato, è già participio passato. Per en­trambe. Che lo fosse per Emma, lo si era capito sabato scorso, quando altri Amici , quelli di Ca­nale 5, più giovani e belli di quelli strapazzati da Dante, ma come lo­ro alla mercé di un regista occul­to, hanno assistito, in compagnia di alcuni milioni di esterrefatti ita­liani, alle lacrime rivelatrici del­l’ultima reginetta di Sanremo, sgorgate in prossimità del con­sueto balletto dello Stefano con la Belén.Quelle lacrime certifica­vano l’avvenuto furto ( senza scas­so) dello Stefano perpetrato dal­la Belén proprio ai danni ( più ma­teriali che morali) della Emma.

Ma ecco che mentre l’Italia in­tera, dalle Alpi al Lilibeo, in un moto di Risorgimento sentimen­tale che potesse mitigare lo spread fra il Sogno e la Realtà, sta­va apparecchiando la tavola per un’abbuffata a base di Gelosia e Tradimento, i nostri piatti nazionali, ecco che la Belén (la quale è, non dimentichiamolo mai, argentina, quindi a rigore un prodotto extracomunitario, oltre che extrafamiliare come i desideri che ingenera) spari­glia le carte dalle pagine del­l’autorevole Vero Tv , rompendo a tutti noi... le uova nel paniere. Quella con lo Stefano, comunica la pasionaria sudamericana, l’Eroina dei Due Lati,il lato A,sfar­falleggiante, e il lato B, lussureg­giante, non è una vera e propria liaison , bensì un semplice flirt , una roba di passaggio, una pas­seggiata di salute, una passatina. No, il novello Passator Cortese non ha (o almeno non ha ancora) la statura dello Stefano Pelloni cantato da Giovanni Pascoli, né tantomeno quella d’un Fabrizio Corona, il Silvio Pellico del Due­mila oggi recluso nello Spielberg del Silenzio Mediatico. No, quel ragazzo è solo una frase, un rigo appena, nel lungo catalogo della Don Giovanna (coscialunga).

A peggiorare la situazione, ri­gettando il Paese nel buio della re­cessione, «esodando» chissà dove i nostri appetiti curiosi, ecco un «dispaccio» di Twit­ter, l’Agenzia Stefani dei no­stri giorni, in cui la povera Em­ma smentisce­categoricamen­te le voci diffuse da un altrettan­to autorevole organo di stam­pa, il Nuovo Quotidiano di Pu­glia nell’edizione di Lecce: «L’unica cosa che brucia a ca­s­a mia è la passione x la mu­sica, sono un’ambientali­st­a non brucerei mai i ve­stiti di nessuno! EM». Ma quale rogo di abiti, fotografie ed effetti per­sonali del fedifrago sul­l’uscio del loro ex nido d’amore romano! «Di quel­la pira l’orrendo foco» è stata,purtroppo,un’invenzio­ne o, se non altro, una pagina ta­gliata dagli sceneggiatori.

Ma insomma, benedette fan­ciulle, proprio non volete metter­vi una mano sulla coscienza, pro­prio non avete avvertito l’afflato nazionale pronto a gonfiar le vele alle vostre navi con le quali avre­ste potuto traghettarci, come due Carontesse con i tacchi a spillo, dalle miserie dei tagli e degli scan­dali fino­all’Isola felice dell’Intrat­tenimento? Eravate voi, Emma e Belén, le due Italie turrite sulle quali s’erano aperte le scommes­se, la testa o la croce, il diritto o il rovescio della nostra medaglia di latta. In voi il Belpaese avrebbe trovato due beni rifugio, più del mattone, che di questi tempi non tira, più di un’obbligazione ban­caria, che di questi tempi è carta straccia.

Voi eravate il Bene e il Male,l’Inter e il Milan,il mare e la montagna, il pandoro e il panetto­ne. Voi avreste potuto unirci divi­dendoci, come a noi piace sem­pre fare, ancora una volta fra Guelfi e Ghibellini. E invece che fate? Rientrate nei ranghi. Vi de­rubricate a Emma e Belén, a due donne qualsiasi che si passano un testimone a carico e a discol­pa. Ci avete delusi, sappiatelo. Non vogliamo più essere vostri Amici . Siete due Italiette occasio­nali, non ci meritate. Adesso ci tocca andare a leggere che cosa combinano «il» Monti e «il» For­nero, «l’» Hollande e «il» Merkel, «il» Camusso e «il» Marcegaglia.

Adesso ve le facciamo noi le cor­na, così imparate.

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