Cronache

Nelle università 50mila iscritti in meno, come se sparisse la Statale di Milano

In dieci anni matricole diminuite del 17%. In sei anni "scomparso" il 22% di docenti. Il Consiglio Universitario Nazionale: "In calo borse di studio, corsi disponibili e laureati"

Nelle università 50mila iscritti in meno, come se sparisse la Statale di Milano

Scoppia l'allarme università: i giovani fuggono dagli atenei. È come se fosse scomparso, nel giro di un paio di lustri, un intero ateneo. A lanciare l’allarme è il Consiglio universitario nazionale (Cun). Secondo un documento diffuso oggi, negli ultimi dieci anni gli immatricolati sono scesi da 338.482 a 280.144, con un calo di 58mila studenti, pari al 17% in meno. Come se in un decennio fosse scomparso un intero ateneo di grandi dimensioni come la Statale di Milano.

Il calo delle immatricolazioni riguarda tutto il territorio nazionale e la gran parte degli atenei. E non è riferito solo agli studenti, ma anche ai docenti, che oggi risultano il 22% in meno rispetto al 2006. Ai diciannovenni, il cui numero è rimasto stabile negli ultimi cinque anni, la laurea interessa sempre meno: le iscrizioni sono calate del 4% in tre anni, passando dal 51% nel 2007-2008 al 47% nel 2010-2011. "L’Europa si allontana anche nel numero dei laureati, largamente al di sotto della media Ocse - si legge nel documento del Cun - siamo al 34esimo posto su 36 Paesi (anno 2012). Solo il 19% dei 30-34enni possiede una laurea, contro una media europea del 30% (rilevazione al 2009). Il 33,6 % degli iscritti ai corsi di laurea, inoltre, è fuori corso mentre il 17,3% non fa esami". E le previsioni non sono certo rosee. Secondo il dossier del Cun, il numero dei laureati è destinato a calare ancora anche perché, negli ultimi tre anni, il fondo nazionale per finanziare le borse di studio è stato ridotto. Nel 2009 i fondi nazionali coprivano l’84% degli studenti aventi diritto, nel 2011 il 75%. Il 25% dei ragazzi quindi è rimasto fuori. "La spesa per il diritto allo studio ha subito un andamento contrario a ogni dichiarazione di principio - sottolinea il documento - è poi diminuita drasticamente l’offerta formativa: in sei anni sono stati eliminati 1.195 corsi di laurea".

Quest’anno (2012/2013) sono scomparsi 84 corsi di laurea triennali e 28 corsi biennali. Se tale riduzione è in parte stata prima dovuta ad azioni di razionalizzazione adottate dagli atenei, adesso è invece dovuta in larghissima misura alla pesante riduzione numerica dei docenti. Il Consiglio universitario nazionale ha, quindi, lanciato un allarme a fronte della "costante, progressiva e irrazionale riduzione delle risorse finanziarie ed umane destinate al sistema universitario che ne ledono irrimediabilmente la capacità di svolgere le sue funzioni di base, di formazione e ricerca".

Il presidente del Cun Andrea Lenzi ha voluto presentare il documento all’attuale governo, al parlamento e alle forze politiche impegnate in campagna elettorale per porre il problema sotto la lente d'ingrandimento. "In questo momento qualcuno potrebbe chiedersi perché, in questa fase storica, un Paese in profonda crisi finanziaria e sociale debba preoccuparsi a investire nell’alta formazione delle future generazioni quando altri tipi di investimenti potrebbero dare risultati nel breve termine", ha spiegato Lenzi facendo notare che l’Università crea conoscenza diffusa e capacità di sapere critico per i giovani. "È l’unica istituzione pubblica che crea le competenze per la classe dirigente di un Paese democratico, moderno ed evoluto ed è l’unica palestra che mette in evidenza le vocazioni e le eccellenze indispensabili alla competizione scientifica globale - ha continuato  - l'Università è l’unica istituzione in cui si sviluppa un’osmosi per un’imprenditoria di alto profilo e produce anche competenze indispensabili per una pubblica amministrazione adeguata al terzo millennio".

Secondo il presidente del Cun, la ricerca scientifica è l’unico motore universalmente riconosciuto per l’innovazione e lo sviluppo: "Il resto del mondo sta investendo in ricerca nonostante il periodo di profonda crisi".

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