Cronache

"Un turco ha fatto spostare mia moglie". Polemica all'ospedale di Imperia

Il turco avrebbe fatto spostare la gestante dalla stanza in cui era ricoverata anche la moglie. "Non voleva che altri uomini la vedessero". Ma l'Asl nega

"Un turco ha fatto spostare mia moglie". Polemica all'ospedale di Imperia

Imperia - Chiedere al personale ospedaliero di spostare una gestante dalla camera in cui è ricoverata anche la moglie, per evitare che quest'ultima possa essere vista da altri uomini. A Imperia, evidentemente, si può. È quanto accaduto al Reparto di Ostetricia e Ginecologia, dove un immigrato turco avrebbe chiesto e ottenuto il trattamento privilegiato dietro esplicita richiesta.

Utilizziamo il condizionale, in quanto l'Asl, nel confermare lo spostamento della paziente, tuttavia, non conferma anche le ragioni. Anzi, si limita a dichiarare, in una nota, che: "Gli spostamenti in questione sono stati disposti per esclusivi motivi sanitari". Di parere diverso, invece, è la madre della neo mamma che replica: "Ma quali motivi sanitari. Mia figlia è stata spostata, perché il marito della sua compagna di stanza, un turco, non voleva altri uomini e visto che c'era anche mio genero, alla fine l'hanno trasferita - afferma Vittoria S. -. Tutte bugie. Ho saputo da mia figlia e da mio genero, che il turco si era lamentato. E infatti, quando sono tornata in ospedale, nella stanza dov'era ricoverata prima mia figlia, c'erano solo donne col velo e l'abito lungo".

Prosegue il genitore. "È davvero vergognoso quanto accaduto. Se a questa gente non sta bene adeguarsi alle nostre tradizioni, è libera di rivolgersi a una clinica privata. In alternativa può partorire in casa o tornarsene al proprio Paese. Ma non capisco, perché abbiano spostato proprio mia figlia". Conclude Vittoria: "Questo è razzismo al contrario, con l''italiano che, come al solito, deve adeguarsi allo straniero".

A chi credere allora? Sul gruppo "Mugugni di Ineja e du Portu", dove l'imperiese ha "denunciato" l'accaduto, è subito nata una discussione sull'opportunità di concedere, o meno, determinati privilegi a persone che ne facciano richiesta. E poi, per quali motivi: evitare che i parenti della compagna di stanza (questa sembra essere l'interpretazione più plausibile) possano incrociare lo sguardo della moglie.

Motivi religiosi? Di gelosia? Poco importa, per l'Asl, intanto, incalzata dalle richieste di spiegazioni - e per questo fatto contrariata - il trasferimento è avvenuto per ragioni sanitarie.

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