Cronache

Niccolò, pestato a morte in Spagna: estradato il ceceno accusato di omicidio

Il padre: “Estradizione è passo decisivo verso quella giustizia che Niccolò merita”

Niccolò, pestato a morte in Spagna: estradato il ceceno accusato di omicidio

La Germania ha deciso l’estradizione per il ceceno accusato di essere il responsabile dell’omicidio di Niccolò Ciatti, il giovane italiano ucciso in Spagna il 13 agosto 2017 in Spagna. Rassoul Bissoultanov verrà quindi consegnato alle autorità italiane. Come ha comunicato la Farnesina in una nota, "l'autorizzazione alla consegna fa seguito a un mandato di arresto europeo, emesso dalla Procura della Repubblica di Roma nel 2020, sulla base del quale le Autorità tedesche hanno proceduto il 3 agosto scorso all'arresto nel loro territorio nazionale del cittadino russo". Nella nota è stato anche precisato: "I costanti contatti delle Ambasciate a Berlino e Madrid con le rispettive Autorità locali hanno consentito di conseguire questo importante risultato, fondamentale per evitare che l'accusato possa sottrarsi alla giustizia".

Estradato il ceceno accusato di omicidio

Il padre di Niccolò, Luigi Ciatti, all’Adnkronos ha così commentato la notizia dell’estradizione del presunto omicida del figlio: "Penso che sia il passo decisivo verso quella giustizia che Niccolò merita e che aspetta da tanto, troppo tempo. L'unico condannato innocente è mio figlio". Ricordiamo che il 21enne era stato vittima di un pestaggio mortale, avvenuto senza nessun motivo, nella discoteca 'St Trop' di Lloret de Mar, in Spagna. Adesso le autorità giudiziarie tedesche hanno dato il via libera alla estradizione del cittadino russo di origine cecena che, in seguito alla scarcerazione dello scorso 17 giugno in Spagna, si era rifugiato in Germania. Il 3 agosto il ceceno era stato arrestato dalla polizia federale tedesca a Kehl, su mandato europeo emesso dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Roma, mentre passava il confine tra Francia e Germania. Si trovava tra le città di Strasburgo e di Kehl, a bordo di un'auto insieme ad almeno altre due persone.

Dalla sua casa di Scandicci, comune in provincia di Firenze, il papà di Niccolò ha tenuto a sottolineare che “quell’assassino deve restare in carcere, altrimenti tenterà ancora di fuggire. L'estradizione in Italia e la detenzione in carcere è l'unico modo per impedire la fuga di questo assassino”. L’uomo ha quindi ricordato che il ceceno aveva tentato la fuga lo scorso 3 agosto dopo che era riuscito a ottenere da un giudice spagnolo un permesso per andare a Strasburgo per poter ritirare dei documenti. “Dare la libertà ad un vero assassino è vergognoso. Dire che sono contento non è corretto. Posso dire però che sono soddisfatto se il ceceno resta in carcere e mi auguro che ci sia il processo. Vogliamo la giustizia dovuta. Finora non ho capito perché la giustizia spagnola per quattro anni non sia riuscita a fare il processo" ha continuato il signor Ciatti.

Il brutale pestaggio

Era la notte tra l’11 e il 12 agosto del 2017 quando il ceceno, che si trovava sulla pista da ballo della discoteca 'St Trop' in compagnia di due connazionali, prese di mira il 21enne che stava trascorrendo nel locale insieme ai suoi amici l’ultima notte in Costa Brava. Bissoultanov, esperto di arti marziali, diede inizio a un brutale pestaggio che, in seguito a un violentissimo calcio sferrato alla testa di Niccolò, portò il ragazzo a non rialzarsi più da terra. Il giovane toscano morì qualche ora dopo in ospedale. Il processo nei confronti del ceceno, accusato di omicidio, dovrebbe iniziare il prossimo 26 novembre presso il Tribunale di Girona.

"Mi auguro che questa sia la volta buona: a me non interessa dove si terrà il processo, l'importante è che venga processato e che quella bestia passi il resto dei suoi giorni in prigione" ha spiegato il padre di Niccolò.

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