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Nigeriano non vuole più lavorare ma estorce la paga ai volontari

Happy Osajie in manette per estorsione. Pretendeva i soldi dai volontari anche se aveva smesso di lavorare

Nigeriano non vuole più lavorare ma estorce la paga ai volontari

A Riace, il piccolo comune ionico reggino, simbolo mediatico dell’accoglienza e della solidarietà fra tutti i Riace del mondo, la storia si ripete. Gli immigrati insorgono. Non gli bastano casa, lavoro e 30 euro giornalieri versati dallo Stato. Vogliono di più. Anche quello che non gli spetta.

È il caso di Happy Osajie, trentatreenne nigeriano, che, usando la violenza, pretendeva dal responsabile del progetto Posti Straordinari Prefettura di Reggio Calabria 250 euro previsti come retta per gli aderenti al programma finanziato dal governo Renzi. Si sa, i soldi fanno gola, soprattutto se "cadono dal cielo". Osajie, quei soldi, li percepiva puntualmente, almeno fino a quando ha preso parte al progetto. Poi, dal mese di maggio, nulla. I soldi non sono più arrivati, e così, ha pensato bene di estorcerli ai volontari. Per questo è finito in manette con l’accusa di tentata estorsione, resistenza a pubblico ufficiale e violenza privata.

Nella piccola città di Mimmo Lucano, secondo la rivista Fortune tra i 50 uomini più potenti del mondo, non è la prima volta che i neri d’Africa aggrediscono i volontari e le forze dell’ordine.

Quattro mesi fa Desmon Jhon, anche lui trentenne nigeriano, ha ferito a sangue un volontario, della stessa associazione che lo ospitava assieme ai suoi connazionali, con il preciso intento di rapinarlo.

E così, nel paese dei balocchi, abitato da immigrati felici, pagati e rimborsati dallo Stato italiano, c’è il rischio di trasformarsi in asino. Anzi, in pecora nera.

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