Dopo aver archiviato la questione Arcuri, il governo Draghi sta dando vita al nuovo piano vaccinale. Il criterio che viene preso in considerazione è quello anagrafico: si parte dai più anziani fino ad arrivare ai più giovani. Nessuna discrezionalità da parte della regione ma rigide regole a cui attenersi. Le uniche persone che avranno la precedenza sono: gli "estremamente fragili" ovvero coloro che soffrono in maniera grave di alcune patologie, coloro che sono riconosciuti dallo Stato come disabili gravi ed infine chiunque sia beneficiario della legge 104.
Le priorità
L'obiettivo che si pone il nuovo piano è di azzerare l'autonomia delle regioni in termini di scelta delle categorie di persone da vaccinare rendendola unica per tutte. Si porterà, per prima cosa, a compimento la campagna nei confronti di: over 80, personale sanitario, militari, forze dell'ordine e personale scolastico. Le più efficienti già in questi giorni, in alcune regioni, hanno cominciato la campagna nei confronti degli over 70 e degli "estremamente fragili" ai quali verrà fatto nei centri ospedalieri o Pfizer o Moderna. Quest'ultima categoria comprende tutti coloro che soffrono in forme gravi di una delle patologie indicate nel protocollo stilato già con il governo precedente. Subito dopo si passerà alla vaccinazione di coloro che hanno una grave disabilità per poi arrivare ai più giovani seguendo sempre un ordine decrescente.
Sembra prendere vita la possibilità che venga ritardata la somministrazione della seconda dose. Questa, con Astrazeneca, è prevista, di norma, dopo 12 settimane ma con il nuovo piano non è escluso che si arrivi addirittura 15. Questo per dare la possibilità a più persone possibile di accedere alla prima somministrazione. Nessun ritardo invece per quanto riguarda Pfizer e Moderna che mantiene i 21 giorni di intervallo tra una e l'altra. Problema che non si pone invece per Johnson & Johnson il quale, qualora ricevesse l'approvazione dall'Ema, necessita di una sola dose per essere efficace.
La svolta
Faranno parte di coloro che somministreranno le dosi anche 60 mila odontoiatri. Proprio ieri, infatti, è stato raggiunto l'accordo che li aggiunge ai 40 mila specializzandi e ai 60 mila medici di famiglia così da arrivare ad un totale di 160 mila. Tenendo conto che, ovviamente, non tutti faranno parte dei possibili vaccinatori, anche se si stanno cercando delle misure per ridurre ai minimi termini le defezioni, bisogna aggiungere ai 160 mila dottori anche i medici della Croce Rossa e quelli militari. Inoltre, non è ancora tramontata l'idea di rendere parte attiva delle somministrazioni anche farmacisti ed infermieri sotto la supervisione dei medici così da andare ad aumentarne ancora di più il ritmo.
In aggiunta, in tutti i comuni che hanno più di 50 mila abitanti verrà realizzato un grande centro vaccinale. Niente primule ma stadi, palazzetti dello sport, parcheggi e stazioni. Non saranno dimenticati i centri isolati che verranno raggiunti da 150 nuclei vaccinali mobili messi a disposizione dalla Difesa. Avrà un ruolo attivo anche la Protezione Civile che, dove le verrà richiesto, allestirà le postazioni di vaccinazione.
Le regioni e le difficoltà
Oggi cominciano le vaccinazioni anche nei confronti degli over 70, ma non tutte le Regioni si trovano di fronte ad una situazione idilliaca.
Il Piemonte procede spedito. Infatti, ha somministrato la prima dose a 110 mila over 80 e ha vaccinato completamente più della metà delle forze dell'ordine. Si conta di arrivare a realizzare entro la fine del mese ben 20mila persone. Campagna over 70 che inizierà da lunedì e sarà possibile registrarsi, dopo aver fatto la pre-adesione online, attraverso il proprio medico di base. A questi verrà somministrato Astrazeneca. Dal 15 marzo, invece, inizia la vaccinazione degli "estremamente fragili".
In Lombardia la fase che riguarda ben 6,6 milioni di persone partirà l'11 aprile e verranno allestiti 66 hub sparsi in tutto il territorio. Fino a quella data si completeranno le vaccinazioni di personale militare e sanitario, over 80 e personale scolastico. Ci sono stati diversi intoppi sulle prenotazioni, prima sul sito a causa del sovraccarico di richieste e poi con gli sms di conferma che prima non arrivavano e poi perchè fissava appuntamenti troppo lontani per le persone anziane. A causa di questo disservizio la Regione ha tolto l'incarico ad Aria e lo ha affidato a Poste Italiane.
Problemi più seri per la Liguria che resta la penultima regione per somministrazioni. Ritardi causati dal programma informatico che era stato fornito ai medici di base per le prenotazioni ma che la Regione annuncia di colmare con il coinvolgimento di cliniche e farmacie.
L'Emilia-Romagna ha una media di 15 mila vaccini al giorno e ha superato le 520 mila dosi somministrate. Una campagna dalla doppia faccia però perchè, nonostante sia quarta per popolazione immunizzata, solamente in 5% degli over 80 sono stati vaccinati.
Nel Lazio, dal 15 marzo, per tutti i cittadini con più di 73 anni sarà possibile prenotarsi online attraverso Salutelazio.it. Campagna che procede spedita e che ieri ha toccato le 18 mila vaccinazioni in un solo giorno.
In Campania la percentuale di dosi utilizzate supera l'89% ma procede lentamente la somministrazione per gli over 80. Numerose le polemiche dopo la decisione di vaccinare prima i docenti universitari che i disabili e le persone con fragilità. Ancora fuori i malati oncologici.
La Puglia conta 290 punti di somministrazione e dal 6 aprile si attiveranno anche i quasi 4 mila medici di famiglia della regione. Dubbi sul fatto che non saranno previste prenotazioni ma sarà direttamente il medico di famiglia a chiamare per la somministrazione domiciliare.
Polemiche anche in Sicilia in quanto,
nonostante inizi oggi la campagna per gli over 70 e siano iniziate le vaccinazioni per i disabili gravissimi, sono tenuti ancora fuori i più a rischio. Sono presenti sul territorio 4 hub con 50 postazioni ognuno.
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