"Omicidio colposo": c'è il primo indagato per la morte di Michele Merlo

I medici di Bologna non avrebbero potuto salvare Michele Merlo e ora c'è il primo iscritto nel registro degli indagati.

"Omicidio colposo": c'è il primo indagato per la morte di Michele Merlo

Procedono le indagini sulla morte di Michele Merlo, l'ex cantante di Amici di Maria de Filippi e di X-Factor morto per un'emorragia cerebrale lo scorso 6 giugno in conseguenza di una forma di leucemia fulminante. Nei giorni scorsi è emerso che il ragazzo si era rivolto ai medici per un ematoma di dimensioni importanti sulla gamba, che però era stato sottovalutato dal personale sanitario. Probabilmente Michele Merlo si sarebbe potuto salvare se, quando si è presentato per la prima volta al pronto soccorso, lo avessero sottoposto a un emocromo. In queste ore, come riporta il Corriere del Veneto, la procura di Vicenza che sta seguendo le indagini ha iscritto una persona nel registro degli indagati per omicidio colposo.

Titolare dell'indagine è il pm Elena Caruso, che ha disposto l'autopsia sul corpo del ragazzo. In base al referto autoptico e alle verifiche eseguite dai carabinieri dei Nas nelle scorse settimane, pare che i medici dei due ospedali bolognesi ai quali si è rivolto Michele Merlo non abbiano responsabilità sulla sua morte. Quando il giovane è arrivato all'ospedale Maggiore di Bologna, infatti, le sue condizioni pare fossero già irreversibili e i medici non avrebbero potuto far nulla per salvargli la vita.

L'attenzione è rivolta sui medici veneti, che nelle settimane prima avevano sottovalutato i sintomi indicati dal ragazzo, tra i quali anche l'ematoma sulla gamba. La prima richiesta di aiuto ai medici da parte di Michele Merlo è stata fatta tra il 27 e il 28 maggio e i periti hanno stabilito che se gli fosse stata diagnosticata la leucemia in quel momento, il cantante avrebbe avuto tra 79 e l'89 percento di possibilità di salvarsi.

Michele Merlo cercò anche di inviare una mail allo studio del suo medico curante, inviando loro proprio una fotografia di quell'enorme ematoma alla gamba che lo preoccupava così tanto. In quei giorni il ragazzo era stato impegnato in un trasloco e riferì di aver riportato una botta ma quel tipo di ecchimosi, per i periti, non è compatibile con una colpo fortuito.

Sarebbe forse bastato che gli venisse fatto un emocromo in quei giorni per capire quale fosse la causa del malore di Michele Merlo, che dopo aver trascorso inutilmente due ore al triage del pronto soccorso di Cittadella inviò quella mail, alla quale non venne dato peso. Il giovane si recò direttamente dal medico di famiglia, da dove uscì con un bendaggio e una pomata allo zinco.

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