Periferie d'Italia

Palermo, la Vucciria e la vita notturna

La Vucciria è diventata da anni sinonimo di vita notturna. E il fumo delle braci, unito alle luci da discoteca che proiettano forme geometriche sui palazzi sventrati dalle bombe regalano scenari davvero inconsueti, quasi danteschi

Palermo, la Vucciria e la vita notturna

La Vucciria è diventata da anni sinonimo di vita notturna. Da quando il mercato ha cominciato lentamente a morire, gli abitanti hanno capito che la decadenza dei palazzi antichi sventrati, che la cucina di strada e le opere di street art, che si trovano un po' dovunque nel quartiere, potevano diventare il sipario ideale per la vita notturna palermitana.

Così le vie e le piazze si sono riempite di bancarelle che arrostiscono e cucinano tutti i cibi tipici dei mercati palermitani. Il fumo delle braci, unito alle luci da discoteca che proiettano forme geometriche sui palazzi sventrati dalle bombe della seconda guerra mondiale e ai banconi da bar, in cui si preparano cocktail in ogni angolo, regalano scenari davvero inconsueti, quasi danteschi.

In piazza Garraffello, si monta una pedana da cui spesso il sabato dei dj suonano tutta la notte, mentre la gente balla. Esiste anche un grottino con dj che suonano musica tecno.

Fino a pochi anni fa non era raro assistere a scene surreali. Poteva accadere di sentire il nitrito di cavalli provenire da dietro le serrande dei negozi, diventate scuderie per gli animali usati nelle corse o forse per i carretti siciliani. O anche scorgere durante il giorno una ventina di anziani in piazza che guardano su uno schermo televisivo un documentario sulla natura in Africa.

Non è un caso se la zona ha attratto fotografi e artisti da tutto il mondo. Il suo fascino inquieto di mercato trasformato in discoteca, cocktail bar, regno dello street food, racchiude moltissime delle contraddizioni di Palermo, città splendida ed irrequieta.

Attraversando la piazza di sabato sera riecheggiano i versi del filosofo e poeta medioevale persiano Omar Khayam: “Quando l'ebbro usignolo trovò la via del giardino e ridente trovò il bocciolo di rosa e la coppa del vino, venne, e in misterioso bisbiglio mi disse all'orecchio: Considera bene: la vita trascorsa mai più, mai più non ritorna”

Commenti