Cronache

Papa Francesco: "La corruzione nella Chiesa è male antico"

In una lunga intervista all’Adnkronos, Bergoglio parla della corruzione nella Chiesa, dei rapporti con il papa emerito e della emergenza sanitaria

Papa Francesco: "La corruzione nella Chiesa è male antico"

La corruzione nella Chiesa è un "male antico che si tramanda e si trasforma nei secoli. È una storia ciclica, si ripete, poi arriva qualcuno che pulisce e rassetta, e di nuovo si ricomincia in attesa che arrivi qualcun altro a metter fine a questa degenerazione". È questo uno dei passaggi del colloquio tenuto da Papa Francesco con l'Adnkronos.

L'intervista è l’occasione è utile per mettere un punto e tirare la riga sull'annosa questione morale fra le mura del Vaticano. Un problema che ogni Pontefice, chi più chi meno, ha cercato di debellare coi mezzi e le persone sulle quali in quel momento poteva contare. Francesco è deciso a fare piazza pulita di ecclesiastici propensi a mettere il denaro prima della Croce. Il suo obiettivo è far diventare la Chiesa che una sorta di casa di vetro, trasparente, com'era quella delle origini, e votata agli ultimi e al popolo. In una Chiesa per i poveri e più missionaria, di conseguenza, non c'è spazio per chi sfrutta l’abito talare per arricchirsi o fa arricchire i suoi conoscenti.

"Mia nonna, che certo non era una teologa, a noi bambini diceva sempre che il diavolo entra dalle tasche. Aveva ragione", ha raccontato ancora Bergoglio che ha spiegato che la Chiesa è stata sempre "una casta meretrix, una peccatrice. Diciamo meglio: una parte di essa, perché la stragrande maggioranza va in senso contrario, persegue la giusta via. Però è innegabile che personaggi di vario tipo e spessore, ecclesiastici e tanti finti amici laici della Chiesa, hanno contribuito a dissipare il patrimonio mobile e immobile non del Vaticano ma dei fedeli". Il Pontefice spiega di essere colpito dal passo del Vangelo dove il Signore chiede di scegliere di seguire Dio o il denaro. "Lo ha detto Gesù, non è possibile andare dietro a entrambi", ha spiegato il Papa.

Francesco, poi, ha ricordato un incontro avuto con una anziana donna incontrata in una sterminata baraccopoli di Buenos Aires il giorno in cui morì Giovanni Paolo II. La vecchina, attraverso un suo pensiero semplice, fece capire cosa pensava il popolo di fedeli su quanto accadeva in Vaticano. "Mi trovavo in un autobus, stavo andando in una favela, quando venni raggiunto dalla notizia che stava facendo il giro del mondo. Durante la messa, chiesi di pregare per il Papa defunto. Finita la celebrazione mi si avvicinò una donna poverissima, chiese informazioni su come si eleggeva il Papa, le raccontai della fumata bianca, dei cardinali, del conclave". A quel punto, inaspettatamente, la donna interruppe il futuro Pontefice e proferì parole su cui Francesco ha riflettuto molto. "Senta Bergoglio, quando diventerà Papa per prima cosa si ricordi di comprare un cagnolino. Le risposi che difficilmente lo sarei diventato, e se nel caso perché avrei dovuto prendere il cane. "Ogni volta che si troverà a mangiare - fu la sua risposta - ne dia un pezzettino prima a lui, se lui sta bene allora continui pure a mangiare". Il Pontefice spiega che quella dell'anziana era ovviamente una esagerazione ma era un pensiero profondo perché dava conto dell'idea che il popolo di Dio e i poveri fra i più poveri al mondo avevano di quanto accadeva in Vaticano, un luogo "attraversato da ferite profonde, lotte intestine e malversazioni".

I rapporti con Papa Benedetto XVI

Bergoglio non ha nascosto che la Chiesa "è e resta forte" ma il tema della corruzione è un problema profondo che si perde nei secoli. Francesco ha ricordato che all'inizio del suo pontificato andò "a trovare Benedetto. Nel passare le consegne mi diede una scatola grande: 'qui dentro c'è tutto - disse -, ci sono gli atti con le situazioni più difficili, io sono arrivato fino a qua, sono intervenuto in questa situazione, ho allontanato queste persone e adesso… tocca a te'".

Un impegno preso da Francesco che, così, ha continuato l'opera del suo predecessore. Ma esistono davvero contrasti con il Papa emerito così come a volte viene raccontato anche su media? Il Pontefice smentisce seccamente: "Benedetto per me è un padre e un fratello, per lettera gli scrivo 'filialmente e fraternamentè. lo vado a trovarlo spesso lassù e se recentemente lo vedo un po’ meno è solo perché non voglio affaticarlo. Il rapporto è davvero buono, molto buono, concordiamo sulle cose da fare. Benedetto è un uomo buono, è la santità fatta persona". Poi, per rimarcare questa posizione, Francesco si lascia andare ad una battuta intrisa di significato: "Non ci sono problemi fra noi, poi ognuno può dire e pensare ciò che vuole. Pensi che sono riusciti perfino a raccontare che avevamo litigato, io e Benedetto, su quale tomba spettava a me e quale a lui".

La "solitudine"

La battaglia contro il malaffare vaticano dona l'immagine di un Pontefice molto concreto e deciso, apprezzato dai fedeli ed osteggiato da altre forze. Francesco però è deciso ad andare avanti per la sua strada. "Sarà quel che il Signore vuole che sia", ha spiegato il Papa.

Il Pontefice ammette di aver pensato di essere da solo nella battaglia ma per questo non vuole arrendersi. Poi una riflessione sulla solitudine e sui due livelli che la contraddistinguono. Il primo, che chiama "solitudine funzionale", è caratterizzato dallo sconforto che una persona può provare perché è consapevole che chi dovrebbe collaborare non collabora per i motivi più svariati. Oltre a questo vi è una solitudine sostanziale "che non provo, perché ho trovato tantissima gente che rischia per me, mette la sua vita in gioco, che si batte con convinzione perché sa che siamo nel giusto e che la strada intrapresa, pur fra mille ostacoli e naturali resistenze, è quella giusta.".

Bergoglio ammette di non sapere se vincerà o meno la battaglia ma si è detto certo di doverla combattere in quanto è consapevole di essere stato chiamato a farla. "Poi sarà il Signore a dire se ho fatto bene o se ho fatto male. Sinceramente non sono molto ottimista però confido in Dio e negli uomini fedeli a Dio", ha affermato Francesco.

Sul futuro e su chi prenderà il suo posto Bergoglio la prende con ironia ammettendo di pensare a cosa accadrà dopo di lui. Inoltre, Il Pontefice racconta di essere prudente sul suo stato di salute tanto che recentemente si è sottoposto a degli esami medici di routine.I risultati sono stati buoni. "I medici mi hanno detto- ha sottolineato il Pontefice- che uno di questi si poteva fare ogni cinque anni oppure ogni anno, loro propendevano per il quinquennio, io ho detto facciamolo anno per anno, non si sa mai".

Le azioni e le critiche

Il Papa ha spiegato di ascoltare con attenzione le critiche che gli sono state rivolte nel tempo, tra cui quelle recenti sulle unioni civili e per l'accordo con la Cina, e ha amesso che anche lui non fa piacere ricevere critiche, "specie quando sono schiaffi in faccia, quando fanno male se dette in malafede e con malignità". Ma allo stesso tempo e con altrettanta convinzione il Papa ha sottolineato che le critiche possono essere costruttive: "Allora- ha affermato Francesco- io me le prendo tutte perché la critica porta a esaminarmi, a fare un esame di coscienza, a chiedermi se ho sbagliato, dove e perché ho sbagliato, se ho fatto bene, se ho fatto male, se potevo fare meglio". Quindi il Pontefice ha rimarcato di ascoltare tutte le critiche dopodiché esercita il discernimento al fine di capire cosa è a fin di bene e cosa no. Discernimento che è la linea guida del percorso di Francesco "su tutto, su tutti”. "E qui – ha continuato il Pontefice- sarebbe importante una comunicazione onesta per raccontare la verità su quel che sta succedendo all'interno della Chiesa. È vero che poi se nella critica devo trovare ispirazione per fare meglio non posso certo lasciarmi trascinare da ogni cosa che di poco positivo scrivono sul Papa".

Francesco si dice sicuro che possa esserci una sola persona, dentro e fuori dal Vaticano, contraria ad estirpare la malapianta della corruzione ma non ci sono strategie particolari in quanto "lo schema è banale, semplice, andare avanti e non fermarsi, bisogna fare passi piccoli ma concreti. Per arrivare ai risultati di oggi siamo partiti da una riunione di cinque anni fa su come aggiornare il sistema giudiziario, poi con le prime indagini ho dovuto rimuovere posizioni e resistenze, si è andati a scavare nelle finanze, abbiamo nuovi vertici allo Ior, insomma ho dovuto cambiare tante cose e tante molto presto cambieranno".

Per le sue "politiche" il Papa ammette di non aver paura e di non temere conseguenze perché tutto quello che fa lo compie in nome e per conto di "nostro Signore" così come le azioni portate avanti sono guidate dall'amore "del mio meraviglioso popolo che segue Gesù Cristo. E poi prego, prego tanto, tutti noi in questo momento difficile dobbiamo pregare tanto per quanto sta accadendo nel mondo".

L'emergenza sanitaria

Una riflessione Francesco la fornisce anche sul coronavirus e le conseguenze della pandemia che sta spaventando il mondo. Ma la fede non può mancare neache in questi mesi terribili."Sono giorni di grande incertezza, prego tanto, sono tanto, tanto, tanto vicino a chi soffre, sono con la preghiera a chi aiuta le persone che soffrono per motivi di salute e non solo", ha garantito Francesco.

All'orizzonte si profilano nuove restrizioni per il culto a seguito di un altro lockdown. Se ciò avvenisse, allora i fedeli avrebero difficioltà a partecipare alle funzioni religiose. Bergoglio, però, è chiaro e dichiara di non voler entrare nelle decisioni politiche del governo italiano. Francesco ci tiene a racocntare una storia che gli ha dato un dispiacere: "Ho saputo di un vescovo che ha affermato che con questa pandemia la gente si è 'disabituata’ ad andare in chiesa, che non tornerà più a inginocchiarsi davanti a un crocifisso o a ricevere il corpo di Cristo". Bergoglio non ci sta. "Io dico che se questa 'gente’, come la chiama il vescovo- ha proseguito il Papa- veniva in chiesa per abitudine allora è meglio che resti pure a casa". Secondo il Papa è lo Spirito Santo che chiama la gente. Dal male, però, si può trarre anche il bene.

Per Francesco forse dopo questa dura prova e con la sofferenza che entra nelle case "i fedeli saranno più veri, più autentici, Mi creda, sarà così".

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