Papa Francesco e la morte di Alfie: "Sono profondamente toccato"

Papa Francesco, durante l'incontro coi partecipanti alla conferenza sulla medicina, ha sottolineato la necessità di unirsi di fronte alla sofferenza

Papa Francesco e la morte di Alfie: "Sono profondamente toccato"

Questa mattina, Papa Francesco ha ricevuto in udienza i partecipanti alla conferenza sulla medicina rigenerativa, promossa dal Pontificio Consiglio della cultura.

Lo fa poche ore dopo la morte di Alfie Evans, il bambino inglese affetto da una patologia neurodegenerativa, per il quale Papa Francesco aveva speso tante parole e invitato tutti a unirsi nella preghiera. Stamattina Papa Francesco ha affidato a un Tweet il suo pensiero per il piccolo Alfie.

"Di fronte al problema della sofferenza umana è necessario saper creare sinergie tra persone e istituzioni, anche superando i pregiudizi, per coltivare la sollecitudine e lo sforzo di tutti in favore della persona malata", dice il Santo Padre ai suoi interlocutori.

Un pensiero particolare va ai bambini e ai giovani, "che sono sempre più esposti ai rischi di malattie legate ai cambiamenti radicali della civiltà moderna", il cui impatto porta spesso all'uso di alcol, fumo e droghe. Ma non solo. Bergoglio punta l'attenzione anche verso il clima e l'ambiente, sottolineando che molti mali potrebbero essere evitati, se solo ci fosse più attenzione allo stile di vita che ogni persona conduce. Per riuscire a combattere le malattie dovute, per esempio, alle sostanze tossiche presenti nel suolo, nell'aria e nell'acqua, c'è bisogno di "un'azione globale e costante che non può essere delegata alle istituzioni sociali e governative, ma domanda l'impegno di ciascuno".

Papa Francesco indica quattro parole, importanti nella lotta alle malattie della nostra società: "prevenire, riparare, curare e preparare il futuro". Per prevenire e preparare il futuro non si può non guardare all'ambiente in cui vive l'essere umano, sempre più degradato e sfruttato troppo a lungo.

Il Santo Padre, infine, elogia la scienza che, tramite la ricerca, scopre e diffonde"nuove cure, specialmente quando toccano il delicato problema delle malattie rare, autoimmuni, neurodegenerative e molte altre". Tuttavia essa "sa di avere dei limiti da rispettare per il bene dell'umanità stessa" e deve necessariamente caricarsi di un senso etico, così da portare ogni uomo a riflettere sulla salute, infondendogli responsabilità.

Perché ogni uomo

dovrebbe interessarsi a "preservare e tutelare l'ambiente e all'esigenza di pensare a tutti, specialmente a chi vive disagi sociali e culturali che rendono precari sia lo stato di salute sia l'accesso alle cure".

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