Cronache

Pugni e testate all'infermiere dopo essersi ferito da solo in cella

L'uomo rientrava da una medicazione per delle ferite che si era autoinflitto in cella: l'infermiere, nei riguardi del quale lo stesso aveva palesato una forte ostilità, è stato aggredito con violenza

Pugni e testate all'infermiere dopo essersi ferito da solo in cella

Nuovo grave episodio di aggressione avvenuto dietro le sbarre di un carcere ed ai danni di un operatore in servizio, questa volta la notizia arriva dalla casa circondariale di Parma.

Come riferito dalla stampa locale, i fatti si sono svolti durante la notte tra venerdì 27 e sabato 28 dicembre, ed a rimanere vittima delle violenze da parte di un detenuto di media sicurezza è stato in questo caso un infermiere.

Tutto aveva avuto inizio nella tarda serata di venerdì, quando il detenuto si era reso protagonista di un atto di autolesionismo in cella. Con una serie di ferite da taglio autoinflitte, l'uomo era stato assistito in primis da alcuni agenti di polizia penitenziaria in servizio nel turno di notte all'interno della casa circondariale di via Burla.

I poliziotti avevano quindi allertato l'infermeria dela struttura penitenziaria, occupandosi successivamente di scortare il ferito verso la sezione in cui si trova la sala medica.

Il detenuto si era mostrato fin dal primo momento fortemente ostile nei confronti dell'infermiere penitenziario A.A., un 34enne dipendente della Ausl di Parma, il quale ha raccontato quei terribili momenti su "Nurse 24".

"Il detenuto si era mostrato molto polemico nei miei confronti e mi aveva già aggredito verbalmente", ricorda l'operatore, "motivo per il quale si è preferito farlo medicare solo dal medico". E così in effetti è avvenuto. Per motivi di sicurezza solo la dottoressa della struttura si è occupata di disinfettare i tagli e di applicare le medicazioni necessarie.

I problemi si sono verificati successivamente, quando, completamente fuori di sè per aver nuovamente incrociato l'infermiere, il detenuto si è divincolato dalla presa degli agenti di polizia penitenziaria che lo riconducevano in cella per scagliarsi contro di lui.

"Mentre ritornavo verso l'infermeria in seguito alla somministrazione della terapia insulinica, il detenuto era accompagnato dagli agenti di polizia penitenziaria, ma non appena mi ha intravisto è corso verso di me cominciando ad aggredirmi fisicamente", racconta ancora il 34enne.

Violenta l'aggressione, col prigioniero che si è accanito sulla vittima colpendola con forti pugni indirizzati alla testa ed al collo, e poi con delle testate. Momenti che sono parsi interminabili, fino a che non sono intervenuti con grande prontezza gli stessi poliziotti, i quali hanno bloccato il facinoroso e lo hanno poi ricondotto dietro le sbarre.

Tanta paura per l'operatore, che è dovuto ricorrere alle cure del pronto soccorso, dove i medici gli hanno attribuito una prognosi di 7 giorni.

"Vorrei che l'episodio venisse preso con la dovuta considerazione da parte dell'Ausl per rinforzare il concetto di sicurezza che a noi operatori sanitari deve essere garantita all’interno degli istituti penitenziari", chiede a gran voce l'infermiere.

Commenti