«Pay as you drive», Aniasa si prepara

La proprietà del mezzo sta cedendo il passo al concetto di utilizzo, ma le leggi sono ancora da preistoria

Fabrizio Ruggiero, ad di Europcar Italia, è dal gennaio 2014 il presidente di Aniasa, l'associazione di Confindustria che raggruppa autonoleggio e servizi automobilistici. In occasione dei 50 anni dell'associazione, ci descrive le prospettive di questo comparto, sempre più importante all'interno del mercato. «Nel 2014 le immatricolazioni di vetture a noleggio hanno rappresentato oltre il 20% del totale, superando stabilmente una soglia psicologica. Un altro aspetto positivo dell'anno è stata la dimostrazione che le associate, aziende che competono quotidianamente tra di loro, sono in grado di costruire insieme uno scenario di mercato di medio termine, invece di chiedere pianificazione o aiuti allo Stato».

Lo Stato, però, sembra sordo nei confronti dei modelli di mobilità che si stanno affermando, come il passaggio epocale dal possesso del mezzo all'utilizzo.

«La situazione che mi lascia di più l'amaro in bocca - lamenta Ruggiero - è la proposta introdotta nell'articolo 94 del Codice della strada (l'obbligo dell'intestazione temporanea delle vetture per un periodo superiore a 30 giorni, che potrebbe causare oneri notevoli per le società di noleggio e per i loro clienti, ndr ) che va nella direzione opposta rispetto alle necessità dei nostri utenti. La legge va rispettata, ma la nostra battaglia serve a far capire alla Pubblica amministrazione che siamo perfettamente in grado di trasmettere per via telematica tutti i dati richiesti sugli utilizzatori dei veicoli, lo possiamo fare domattina, lo facciamo da 10 anni con la notifica telematica delle multe. Invece, quando discutiamo con la Motorizzazione ci troviamo di fronte un gerontosauro, un sistema vecchio, totalmente burocratico e cartaceo».

Un atteggiamento francamente surreale: pay as you drive è lo slogan che ci proietta nel futuro.

«Chi si muove in città magari comprerà un'auto piccola, che guideranno più persone in famiglia, e si servirà anche del car sharing , mentre noleggerà un'auto più grande per tragitti più lunghi o per le vacanze. Per questo è necessario che le leggi si adeguino presto: deducibilità di tutti gli strumenti di mobilità, come in Olanda, abbinamento tra assicurazione e patente di guida, come negli Usa, perché la polizza legata alla targa non è più attuale in una realtà dove più persone con profili di rischio diversi guidano più veicoli. Anche i parcheggi riservati dovrebbero essere legati alla persona, non alla targa. E la tecnologia per realizzare tutto ciò già esiste. Aniasa nel 2016 lavorerà proprio su queste priorità: l'apertura al car sharing e alle altre realtà di mobilità che si presenteranno in futuro, un tavolo tecnico sul nuovo Codice che sta arrivando, ma va semplificato e adeguato al concetto di sublocazione del veicolo, che ancora non è stato considerato».

Aniasa, nei suoi 50 anni di vita, ha conosciuto due fasi.

«Fino agli anni '90 raggruppava le società di noleggio a breve termine, con l'obiettivo di rappresentare un soggetto credibile nel settore del turismo, allora in forte sviluppo, per esempio nei confronti degli aeroporti.

Dalla metà dei '90 è stato fatto un salto di qualità: i volumi d'immatricolato nel noleggio a lungo le hanno permesso di diventare un importante riferimento istituzionale; la crescita del noleggio ha favorito la formazione di un indotto importante e totalmente trasparente dal punto di vista fiscale, perché tutte le operazioni sono registrate, dalle manutenzioni a tutte le altre forniture. Un riferimento che è diventato ancora più importante per il mercato dell'auto dopo l'uscita di Fiat da Confindustria».

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