Cronache

"Ci sveglia presto". E spunta la petizione contro il gallo Garibaldi

A Copparo la gente non riesce a dormire più a causa del canto mattuttino di un gallo. Per questo motivo il paese sta mettendo in atto una battaglia e buttare fuori l'orglioso pennuto

"Ci sveglia alle 4 di mattina". E spunta una petizione contro il gallo Garibaldi

Da più di un anno, ogni mattina, in un paesino della provincia di Ferrara, i cittadini si svegliano inferociti. Ancora prima delle campane si sente cantare ogni giorno un gallo dal fuso orario spostato. Si tratta di Garibaldi che, come il valoroso condottiero, non si arrende di fronte alla rabbia dei paesani e continua imperterrito a far sentire il suo verso alle 4 del mattino.

Fino a quando le temperature lo permettevano i cittadini di Copparo, in provincia di Ferrara, si erano barricati a casa e abbassato le tapparelle per non essere svegliati dal pennuto. Con la calura che avanza, però, è impossibile tenere le finestre chiuse e dunque Garibaldi viene sentito in tutto il quartiere nelle ore meno convenienti.

Ma a chi appartiene il gallo? Un residente, il signor Alberto Vezzali racconta di essere stato vittima di insulti e aggressioni verbali riguardo proprio la mancanza di educazione del pollastro, ma la beffa è che Garibaldi non gli appartiene o almeno non ufficialmente. Pare infatti che Garibaldi sia arrivato nel suo terreno dopo essere fuggito a un venditore del mercato del venerdì e quindi a un arrosto sicuro. Un combattente, non c'è che dire e non è finita qui! Adesso affianco a lui c'è Biancaneve, la gallina che lo ha seguito durante l'evasione.

Nel frattempo i cittadini hanno cominciato a raccogliere le firme utili per una petizione e una protesta contro il gallo. Dalla parte opposta, invece, gli animalisti difendono l'animale. Su Facebook sono spuntate anche gruppi e pagine dedicate al protagonista della vicenda diventando la mascotte del paese.

Il dibattito rimane ancora acceso, nel frattempo Garibaldi si gode la sua vita da abusivo e fa impazzire i residenti.

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