Plutone, condizioni favorevoli alla nascita della vita

Nuovi studi ipotizzano che Plutone abbia le caratteristiche necessarie per ospitare la vita, grazie alla presenza di macchie di ammoniaca sulla superficie del pianeta nano

Plutone, condizioni favorevoli alla nascita della vita

Plutone è stato declassato dal “rango” di pianeta a quello di pianeta nano nel 2006, ma rappresenta ancora una miniera di informazioni e scoperte da studiare. L’ultima sorpresa che gli scienziati hanno avuto riguarda la possibilità che Plutone possa ospitare la vita. Tutto parte dai dati raccolti dalla sonda Nasa New Horizons, come riporta SkyTg24. Sulla superficie del pianeta nano, infatti, sono state rilevate delle tracce rosse di ammoniaca che, secondo gli studiosi, sarebbero la prova di una recente attività geologica. Le eruzioni dei vulcani di Plutone avrebbero espulso acqua. Questo aumenterebbe concretamente la possibilità che sul pianeta si possa sviluppare la vita. I risultati della ricerca sono poi stati pubblicati su Science Advances.

La studiosa della Nasa Cristina Dalle Ore ha spiegato a Science.com che l’ammoniaca è una specie di “santo graal della scienza planetaria”, poiché si tratta dell’elemento base per le reazioni chimiche da cui si origina la vita. Gli scienziati hanno ipotizzato attraverso le loro analisi che l’ammoniaca potrebbe essersi mescolata all’acqua prima di toccare il suolo di Plutone. L’acqua si trova in un oceano sotterraneo isolato da gas che non ne hanno consentito il congelamento. Attraverso l’attività geologica è sgorgata in superficie percorrendo fratture e condotti vulcanici. Gli studiosi hanno battezzato questo fenomeno “criovulcanismo”, perché riguarda i vulcani ghiacciati che non eruttano lava, bensì acqua e altre componenti.

Cristina Dalle Ore puntualizza che la presenza della vita su Plutone non è un dato di fatto. Le analisi effettuate dimostrano, per il momento, che il pianeta nano potrebbe essere un ambiente favorevole alla nascita della vita. Occorrono, però, ulteriori approfondimenti. Uno di questi prevede di localizzare e studiare i vulcani da cui esce l’acqua, in modo da capire anche le dimensioni dell’oceano sotterraneo di Plutone.

Le scoperte che riguardano quello che una volta era l’ultimo pianeta del Sistema Solare stanno mettendo in dubbio il valore del declassamento subito nel 2006 a opera dell’Unione Astronomica Internazionale, quando venne rielaborato il concetto stesso di pianeta. Una delle discriminanti riguardava l’orbita libera da altri corpi celesti. Requisito non rispettato da Plutone.

Alla luce delle contestazioni di molti scienziati (per esempio quelli della University of Central Florida) su questa decisione e delle “sorprese” che Plutone sta riservando, forse non è del tutto escluso un ripensamento futuro.

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