Pochi medici e la regioni richiamano i dottori in pensione

A causa dei pochissimi medici a disposizione negli ospedali, il governatore del Veneto ha firmato una delibera per riportare in corsia quelli in pensione. Ma i sindacati avvertono: "Osserviamo una fuga dal lavoro perché le condizioni sono gravose"

Pochi medici e la regioni richiamano i dottori in pensione

Pochi medici e la necessità di ovviare alla mancanza di personale in corsia. Accade in Vento, dove il governatore, Luca Zaia, ha deciso di scrivere una delibera per riportare negli ospedali i medici già in pensione. Secondo quanto riportato da Repubblica, si tratta del primo atto regionale nel quale è prevista la possibilità di assumere, a tempo determinato, dottori che avevano già abbandonato la professione. Un atto, quello firmato dal governatore, che potrebbe essere appicato da tutte le aziende sanitarie.

Il caso Veneto

Soltanto pochi mesi fa, i vertici dell'assessorato veneto erano stati a Lubiana per discutere, con la facoltà di Medicina, di neolaureati e neospecializzati da poter reclutare nel sistema sanitario regionale, già in difficoltà. Come aveva già spiegato Zaia, di 246 posti messi a concorso da ottobre in diverse discipline, i candidati in graduatoria sono risultati soltanto 118. "Sia chiaro che, prima di tutto, diciamo largo ai giovani", aveva detto il governatore, "ma se, come in questo caso, non ce ne sono abbastanza, le cure vanno garantite lo stesso, con ogni mezzo, perché questa è una crisi epocale, causata da una programmazione nazionale sbagliata in più parti". Ma l'ultima necessità, nel caso specifico, si è concretizzata dopo che alla selezione di un bando per medici, su 80 posti disponibili, i candidati erano soltanto dieci.

Pochi medici in tutto il Paese

Ma le difficoltà attraversano tutto il Paese e sono diversi i dottori a tempo, o "in affitto", con contratti da cinque o da dieci giorni, messi a disposizione da agenzie e cooperative. E sono diversi anche i professionisti "a gettone", che riescono a coprire dei turni che, altrimenti, rimarrebbero scoperti. Accade, per esempio, anche in Molise, dove la regione ha permesso alla Asl di verificare quanti siano i medici andati in pensione per raggiunti limiti d'età.

I sindacati

La soluzione proposta da Zaia non piace ai sindacati, che individuano il problema nel numero di posti nelle scuole di specializzazione troppo ridotto, rispetto a chi va in pensione, e non piace al sindacato degli anestesisti, Aroi. E il segretario del sindacato degli ospedalieri Anaao, Carlo Palermo, ha avvertito: "Nell'ultima legge di bilancio è prevista la possibilità di far partecipare ai concorsi anche gli specializzandi in Medicina dell'ultimo anno e ricordo che sono 6.200. Tra l'altro, non credo proprio che i pensionati saranno così disponibili. Noi osserviamo una fuga dal lavoro perché le condizioni sono gravose, fare le notti a 65 anni è davvero duro e pesante".

Secondo quanto stimato da Anaao, da qui al 2025 saranno circa 16mila i medici in meno nelle corsie. E il calo sarebbe più marcato di quello segnalato tra il 2009 e il 2017, quando i medici sono calati di circa 8mila unità.

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