La polizia attacca Saviano: "Ridicolo: fa lezioni insulse"

Franco Maccari, Segretario Generale del Coisp, Sindacato Indipendente di Polizia, contro Roberto Saviano, reo di aver criticato il Dl sicurezza

La polizia attacca Saviano: "Ridicolo: fa lezioni insulse"

Continua il braccio di ferro tra il Coisp-Sindacato indipendente di polizia e Roberto Saviano. A far scattare la scintilla questa volta è la la questione sicurezza, con lo scrittore impegnato a pontificare su cosa serva (e non serva) per rendere finalmente tranquilla la vita dei cittadini italiani e a screditare il Dl sicurezza messo in campo dal ministro dell'Interno, Marco Minniti. Definito da sua santità Saviano una norma "classista e razzista".

"Di Saviano e delle sue insulse lezioni - attacca Franco Maccari, Segretario Generale del Coisp, Sindacato Indipendente di Polizia - su cosa serve o non serve per fare sicurezza, non se ne può davvero più. Dopo una settimana fatta di notizie di morti e feriti nelle strade a causa di rapine e aggressioni folli, di presunti jihadisti amabilmente integrati nella nostra realtà, di degrado estremo in ogni angolo del Paese, di chiusure notturne dei valichi con la Svizzera per limitare l’ingresso ai ladri dall’Italia (!), e tanto altro... risulta ancora più ridicolo, sempre più ridicolo, sentirgli dire che tentare di porre un freno a tutto ciò è ‘classista e razzista’, purtroppo, con questa affermazione non fa che alimentare quella rabbia e quel terrore che serpeggiano nel nostro paese".

Di fronte ad una realtà la cui fisionomia è sempre più brutalmente segnata dalle piaghe della violenza a tutti i livelli – aggiunge Maccari – non si può più continuare con il falso ed ipocrita assunto che cercare integrazione e rispetto debba significare giustificare tutto e che solidarietà e tolleranza siano in contrasto con la difesa della sicurezza. Percorrere la strada dell’integrazione senza garantire il controllo, la misura della vivibilità e i mezzi per tutelare i soggetti più deboli che subiscono le conseguenze della mancanza di risorse, di risposte, di organizzazione, di mezzi e di soluzioni è piuttosto da irresponsabili.

E, anzi, tolleranza ed integrazione si perseguono in maniera più proficua quanto più si dimostra ai cittadini che per la loro sicurezza si fa tutto quanto sia possibile, senza far si che ‘aprire incondizionatamente’ a solidarietà ed accoglienza debba significare perdere il proprio diritto a vivere serenamente. Perché in nome di quel malinteso senso del ‘rispetto di tutto’ si deve rinunciare al rispetto delle regole codificate e che sono alla base del comune senso di civiltà?”.

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