Cronache

"Senza acqua e servizi igienici". L'hotspot di Lampedusa è una "polveriera"

Nel centro di accoglienza dell'isola sono ammassate oltre 1.500 persone a fronte di una capienza di 200. La denuncia dei poliziotti: "Mancano acqua e servizi igienici, lavoriamo in condizioni disumane"

"Senza acqua e servizi igienici". L'hotspot di Lampedusa è una "polveriera" Esclusiva

I più fortunati trovano riparo dal caldo asfissiante all’ombra di qualche albero, straiati su materassini di gomma piuma. Agli altri invece non rimane che stendersi a terra, sul cemento bollente, in attesa di essere trasferiti sul "continente". L’acqua nell’hotspot di Lampedusa manca da giorni, i letti sono solo duecento, uno ogni cinque migranti, e i bagni soltanto cinque. Con gli sbarchi che non accennano a fermarsi il centro d’accoglienza dell’isola è di nuovo al collasso. Secondo le stime dell'associazione Mediterranean Hope negli ultimi due giorni sono arrivate quasi mille persone. Tutte trasferite a contrada Imbriacola, dove al momento il numero degli ospiti avrebbe già superato quota 1.500.

"La situazione all’interno è a dir poco drammatica", racconta a IlGiornale.it il segretario generale del sindacato di polizia Coisp, Domenico Pianese. "Da tre giorni non c’è acqua corrente, la spazzatura non viene ritirata e si accumula ovunque, il percolato invade le stradine: le condizioni igienico-sanitarie – racconta - sono pietose e disumane per tutti, migranti e agenti". Sulla carta la struttura potrebbe accogliere 200 persone ma secondo Pianese all’interno ce ne sono almeno 1.150, senza contare i migranti sbarcati nella notte tra martedì e mercoledì. "Arrivano da Bangladesh, Tunisia, Egitto e Siria, – spiega il sindacalista – passano la giornata sdraiati sui materassini, non possono lavarsi e neanche usufruire dei servizi igienici".

Una situazione pronta a degenerare da un momento all’altro secondo gli agenti. "Siamo seduti su una polveriera pronta ad esplodere", commenta Pianese che ricorda come in passato ci siano state "situazioni di forte tensione, conflitti tra le diverse nazionalità, incendi e manifestazioni spontanee". "Possono scoppiare in qualsiasi momento in condizioni del genere", avverte. A cercare di mantenere l’ordine ci sono i poliziotti ma il rapporto tra agenti e migranti è di uno a quaranta: "Attualmente l'attività di vigilanza è affidata a tre squadre, appena 30 uomini in tutto, costrette a turni di 14-16 ore e a condizioni di lavoro inaccettabili". "La misurazione della forza per controllare una situazione di questo tipo viene valutata dall'autorità provinciale di pubblica sicurezza; non esiste un numero prestabilito, ma viene valutato di caso in caso. Va da sé, però, - rimarca - che in questo frangente abbiamo un rapporto di gran lunga inferiore rispetto alle reali necessità".

Quello di Lampedusa è il centro messo peggio, ma in questi giorni si sono riscontrate difficoltà anche in altre strutture, ad esempio in Calabria. E le cose, scommette Pianese, sono destinate a peggiorare: "L'aumento delle tensioni in Libia, la situazione geopolitica internazionale e la crisi alimentare che ormai è giunta alle porte del continente africano faranno inevitabilmente aumentare gli sbarchi". Il dossier è da sempre all’attenzione di Palazzo Chigi. Ieri ad Ankara Draghi ha parlato di immigrazione anche con il presidente turco Recep Tayyip Erdogan, ponendo le basi per una collaborazione per il controllo dei flussi nel Mediterraneo. Il premier italiano è stato netto: "L'Italia è il Paese più aperto e meno discriminante, ma abbiamo dei limiti. A un certo punto il Paese che accoglie non ce la fa più: è un punto che poniamo in Ue".

Anche chi si ritrova in prima linea a gestire i migranti che sbarcano sulle nostre coste fa appello all’Europa: "A Bruxelles - incalza Pianese - forse non è chiaro il modo in cui queste persone vengono accolte e sono costrette a vivere per giorni". "Il fenomeno dell'immigrazione clandestina – conclude - non può più essere considerata un'emergenza e non può più essere gestita come tale: ormai è una situazione ordinaria che perdura da oltre 20 anni. Dobbiamo agire di conseguenza destinando molti più rinforzi a livello di uomini e mezzi e varando una politica migratoria seria e concreta".

A lanciare l'allarme è anche il neosindaco Filippo Mannino: "Quattrocento o cinquecento persone si riescono a gestire senza alcun problema, ma 1.400 è un numero esagerato e con 36 gradi è ancora più complicato". Il primo cittadino aspetta un intervento del Viminale. In giornata diversi migranti dovrebbero essere trasferiti con la nave Diciotti. E intanto, il leader della Lega, Matteo Salvini, annuncia che presto sarà a Lampedusa: "Affettuosa solidarietà al sindaco e ai suoi concittadini, letteralmente travolti dagli sbarchi.

Siamo sicuri che dopo le parole del presidente Draghi ("siamo al limite") il ministro dell’Interno farà finalmente qualcosa".

Commenti