La tragedia del Mottarone

"Confidavano nella fortuna". La funivia da un mese senza freni

Spunta l'ipotesi di controlli mancati anche in altre occasioni: "Scelta non di un singolo, ma condivisa e soprattutto non limitata a quel giorno"

"Confidavano nella fortuna". La funivia da un mese senza freni

Dopo i fermi arrivati in nottata, sulla tragedia della funivia del Mottarone continuano a emergere inquietanti particolari. A rivelarli è stato il procuratore di Verbania, Olimpia Bossi, che sta indagando su quanto accaduto nella giornata di domenica. Come riferito dalla stessa Bossi, i tre fermati "confidavano nella buona sorte", convinti del fatto che il blocco volontario del sistema frenante di sicurezza non avrebbe mai causato un disastro come quello che invece ha provocato la morte di 14 persone. Il fatto eclatante è che non si sarebbe trattata di un'iniziativa singola, ma di una "scelta condivisa e soprattutto non limitata al giorno" della tragedia.

Un ulteriore sopralluogo sul luogo dell'incidente, effettuato in mattinata, ha consentito di trovare la seconda parte del "forchettone". L'elemento in metallo serve a tenere aperte le ganasce dei freni, ma va tolto quando le persone sono a bordo della cabina perché altrimenti impedisce la frenata in caso di emergenza, come ad esempio nel caso di rottura del cavo trainante. La presenza del "forchettone" sarebbe stata una scelta "consapevole", fatta sacrificando la sicurezza dei passeggeri pur di continuare a lavorare.

Sarebbe diventata ormai una vera e propria consuetudine per "bypassare le problematiche dell'impianto (riaperto al pubblico il 24 aprile, ndr) che dovevano essere risolte con interventi più radicali". Invece i due interventi, uno del 3 maggio e uno precedente, non hanno risolto completamente l'anomalia. Il procuratore ha poi aggiunto che la funivia si è fermata anche sabato, il giorno prima del disastro: "Posso pensare che l'episodio si inquadri in questa vicenda, ma per ora è difficile dirlo. Lo verificheremo chiedendo a questi tecnici perché sono stati chiamati". Non a caso pare che il "forchettone" sia stato inserito più volte: "Non sono però in grado di dire se in maniera costante o soltanto quando si verificavano questi difetti di funzionamento".

Domani l'incarico ai periti

Nella giornata di domani vi sarà il conferimento dell'incarico ai periti "ai fini di un sopralluogo". Solamente in seguito si procederà al conferimento degli accertamenti irripetibili "per i quali abbiamo bisogno di più tempo". Non è da escludere che nelle prossime ore possano esserci altri indagati, considerando che l'impianto della funivia è gestito dalla società che ha una pluralità di addetti e manovratori: "Verificheremo se anche il personale era a conoscenza di questa prassi".

Si farà inoltre luce su una delle persone fermate, che risulta direttore di esercizio come consulente per Ferrovie del Mottarone Srl ma anche dipendente dell'azienda addetta alla manutenzione: "La figura è prevista, deve essere un incaricato esterno. Il fatto che questo professionista fosse anche dipendente della società che ha rinnovato l'impianto, ecco, presenta dei profili che meriteranno di essere approfonditi".

"Sapevano già da tempo..."

Secondo il procuratore di Verbania, quello andato in atto nei giorni scorsi sarebbe stato un comportamento "consapevole e sconcertante" da parte di chi avrebbe preferito il guadagno alla sicurezza. Una scelta "molto sconcertante" che sarebbe stata adottata per evitare una riparazione adeguata del sistema frenante in quanto avrebbe potuto provocare una lunga chiusura dell'impianto, le cui casse erano state messe già a dura prova a causa delle misure di restrizione nel corso del lockdown.

Un intervento ci sarebbe stato il 3 maggio scorso ma, secondo l'Adnkronos, si sarebbero chiusi gli occhi di fronte ad altre spie iniziate fin dalla riapertura del 26 aprile.

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