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Il pugno duro con gli italiani. Carezze alle ong

Volete ripartire dopo il Covid, sperate di tornare al lavoro e alla produttività? Allora meglio che vi fingiate migranti.

Il pugno duro con gli italiani. Carezze alle ong

Volete ripartire dopo il Covid, sperate di tornare al lavoro e alla produttività? Allora meglio che vi fingiate migranti. Solo così vi sarà permesso tutto. Anche di sbarcare malati e infetti nel nostro Paese in barba al rischio contagio. E assieme a voi saranno ospiti riveriti e coccolati anche i solerti «volontari» delle Ong pronti a violare ogni regola imposta dal governo giallorosso ai pericolosi cittadini italiani. A partire dalla chiusura dei porti che, nonostante il decreto scada solo il 31 luglio, si aprono miracolosamente davanti alle scorribande dei talebani dell'accoglienza. Lo dimostra lo sbarco a Porto Empedocle dei 28 migranti positivi al Covid 19 traghettati dalla nave della Ong Sea Watch e pronti ora contagiare i duecento compagni di quarantena della nave lazzaretto Moby Zazà. Nel frattempo i poliziotti mandati a identificarli possono solo sperare di essersela cavata. Ma al Viminale o a Palazzo Chigi nessuno se ne preoccupa. L'unico assillo del nostro governo sono le condizioni dei migranti ospiti dei centri di accoglienza libici. E infatti martedì il ministro degli Esteri Luigi Di Maio è volato a Tripoli non per preservare l'interesse nazionale minacciato dalla Turchia, ma per ottenere garanzie sul trattamento dei migranti. Invece le attività della nave Ong Ocean Viking pronta a fare il pieno davanti alle coste di Tripoli e consegnarci altri 400 disgraziati a rischio infezioni non impensieriscono né Giuseppe Conte, né i suoi ministri. Ma la tolleranza non vale per tutti. Se invece d'essere rispettati migranti o riveriti umanitari siete solo banalissimi cittadini il governo non vi permetterà il minimo sgarro. Gli italiani, benché ormai sani e previdenti, restano il bersaglio preferito ed esclusivo delle nostre autorità. Lo dimostra il bollettino quotidiano pubblicato sul proprio sito da un ministero dell'Interno orgoglioso di documentare il regime d'inflessibile sorveglianza imposto ai propri cittadini. Prendiamo il resoconto di martedì 23 giugno. Per quelle 24 ore la colonna infame del Viminale registra 66.099 controlli su individui e 15.751 per le attività commerciali. Un'attenzione che nessun vero delinquente può rivendicare e che costringe commercianti e imprenditori a fare i conti con un'amara realtà. Il ritorno alla produttività deve mettere in conto, oltre a tasse e balzelli, un regime di sorveglianza degno di quelli riservati ai narcotrafficanti. Del resto le cronache parlano chiaro. Dopo i 400 euro di multa comminati a Milano ai ristoratori colpevoli di non rispettare le distanze di sicurezza durante la protesta per la nuova inquisizione sono arrivate le multe alla coppia di Torino sorpresa a baciarsi alle due di notte. Per non parlare degli 8.800 euro inflitti a ventidue ragazzini individuati mentre giocavano una partita di calcio clandestino in quel di Borgaro Torinese. Ma se vi chiedete perché il governo dopo la pandemia vi voglia imporre anche un regime di sorveglianza senza fine pensate alla differenza tra voi e i migranti. Loro non votano quindi possono fare quel che gli pare. Voi se tornate liberi prima o dopo andrete alle urne.

E per Conte, Zingaretti e di Di Maio quello resta il peggiore degli incubi possibili.

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