Quanto costano le case dove un tempo si trovavano le case chiuse?

Da Milano a Roma, da Torino a Palermo: viaggio immobiliare nei quartieri un tempo noti per le attività a luci rosse

Da giorni si parla della possibilità di regolamentare il fenomeno della prostituzione, cancellando la Legge Merlin e ponendo fine, di fatto, all'ipocrisia di uno Stato che fa finta di non vedere ciò che, ogni giorno, avviene sotto gli occhi di tutti. In parlamento sono state presentate diverse proposte di legge, l'ultima in ordine temporale è bipartisan, a conferma del fatto che il tema è sentito, sia a destra che a sinistra, e interessa molto i cittadini. Uno studio di casa.it, portale di annunci immobiliari in Italia, si chiede quanto valgano gli immobili ubicati nelle vie che prima dell’abolizione delle case chiuse erano luogo di ritrovo per prostitute e clienti. Se in molti casi si è assistito a vere e proprie riqualificazioni, altrove queste rimangono zone povere e disagiate.

L’immobile tipo preso in considerazione per realizzare lo studio è un trilocale da 80 metri quadri, in buono stato, sito al secondo piano di un edificio residenziale. Con questi parametri l’analisi si è concentrata su otto delle principali città italiane: Torino, Milano, Genova, Bologna, Firenze, Roma, Napoli e Palermo. A Torino le vie più conosciute per la presenza di donne disposte (o costrette) a concedersi dietro compenso si trovavano nel cuore della città. Via Conte Verde era conosciuta proprio come Via dei bordelli: oggi un trilocale in questa strada, in pieno centro, costa mediamente 248.000 euro, poco meno rispetto alla media della zona. Nello stesso quartiere sono ancora più bassi i prezzi in Via Principe Amedeo, dove la spesa media è di 220.000 euro. In questa strada, vicina all’Università degli Studi, erano concentrati anche i bordelli low cost con tariffe da una lira che aprivano le porte anche agli studenti. Nella zona residenziale di Crocetta si trova Corso Raffaello, dove un immobile oggi costa mediamente 244.000 euro: al numero 7 di questa strada si trovava un bordello che deliziava gli occhi dei suoi frequentatori più esteti con una curiosa collezione di falli di cristallo.

A Milano la zona a luci rosse riqualificata in maniera più evidente è Brera: da quartiere bohèmienne e luogo di perdizione, oggi è diventata una delle più ricche della città. Via Marco Formentini, in onore delle signorine che dalle finestre esponevano le loro grazie per attirare i clienti, era conosciuta come Contrada di Tett: oggi affacciarsi a quelle finestre dal proprio trilocale costerebbe mediamente 540.000 euro. La stessa cifra servirebbe per comprare casa in via San Carpoforo, il cui nome in dialetto (Sancarpofer) era un tempo sinonimo di casa chiusa, visto che il vicolo ne ospitava ben tre, per tutti i gusti e tutte le tasche. Altro esempio di riqualificazione è quello della zona di Missori, a pochi passi dal Duomo, dove un tempo si concentravano i bordelli più squallidi e a basso prezzo di tutta Milano. Oggi in Piazza Velasca, dove svolgeva il suo lavoro Ninetta del Verzee, maitresse decantata dal poeta Carlo Porta, un trilocale costa mediamente 620.000 euro, cifra molto lontana dagli standard delle prostitute che vi esercitavano.

Anche il centro di Genova offre interessanti aneddoti sui bordelli: in via delle Carabaghe, dove oggi un trilocale costa in media 174.000 euro, si trovava la casa chiusa dalle pareti viola che si dice abbia ispirato Gino Paoli per la composizione della sua celebre Il Cielo in una Stanza. Come dimenticare poi, parlando sempre di canzoni, la Via del Campo resa nota da Fabrizio De Andrè? Un luogo simbolo di loschi affari e meretricio, oggi ha perso molto del suo fascino antico, facendo scendere i prezzi degli immobili ben sotto la media cittadina: 154.000 euro per un appartamento. I vicoli di Bologna, stretti e riservati, si prestavano benissimo per accogliere con discrezione i clienti delle case chiuse ed è per questo che le viuzze – dove oggi vivono per lo più gli studenti che affollano l’ateneo bolognese – erano tutte un pullulare di bordelli e dame dai facili costumi. Tra le vie più famose per le case chiuse a basso costo c’erano via delle Oche, dove oggi un trilocale costa mediamente 272.000 euro, via del Falcone, dove le quotazioni scendono a 248.000 euro, e via Valdonica con prezzi medi pari a 268.000 euro.

Sono innumerevoli le storie che si narrano sui bordelli un tempo concentrati nel centro storico di Firenze e, in molti casi, alcune vie conservano ancora nei loro nomi quello che è stato il loro passato. I prezzi superano i 300.000 euro per un trilocale in Via dell’Amorino, che fu teatro degli intrighi passionali che ispirarono La Mandragola di Machiavelli. Stessi costi (312.000 euro) per via Tornabuoni, nel cuore della vecchia Firenze, dove operava Madame Saffo – da cui amavano essere accolti personaggi del calibro di Carlo Bo, Eugenio Montale e Carlo Emilio Gadda.

A Roma, dove oggi il sindaco Marino propone il ripristino dei quartieri a luci rosse, la zona più a buon mercato per chi cercava “compagnia” era Borgo Pio, via che confina niente meno che con lo Stato del Vaticano: oggi un immobile qui costa mediamente 528.000 euro e la zona ha recuperato anche in termini di fama, visto che si tratta di una delle più centrali della città. Ancora più cari gli immobili di Via Mario dè Fiori, a pochi passi da Via Condotti: qui la media è pari a 748.000 euro per una strada che fino al 1958 era costellata di case chiuse. Sempre in centro si trova Via del Traforo, molto nota tra i frequentatori di bordelli, oggi integrata nell’esclusività delle vie del centro storico della Capitale: qui un trilocale costerebbe mediamente 604.000 euro.

A Napoli se Via Chiaia era protagonista delle avventure sessuali di intellettuali e politici, i più abbienti della città, chi non poteva permettersi certe tariffe si rifugiava nei bordelli di Largo Baracche, nei Quartieri Spagnoli. Questo divario è confermato tutt’oggi: nella prima strada le quotazioni di un trilocale che risponde ai parametri dello studio ammontano a 272.000 euro, mentre ne servono molti meno, 190.000, per abitare in una delle zone più famose della città. A Palermo le “zone calde” si concentravano in quelli che oggi sono i luoghi più chic ed esclusivi della città, tra il Politeama e Via Roma. Oggi acquistare una casa in Via Gioacchino Ventura, proprio alle spalle del teatro, costa mediamente 166.

000 euro: un tempo in questa strada c’erano la Pensione delle Rose e la Pensione Jolanda, luoghi di incontri sessuali a pagamento. Più basse le quotazioni per Via Antonio Gagini (144.000 euro), sede del bordello frequentato perfino dal celebre bandito Giuliano.

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