Pistole, coltelli e taglierini erano le armi con cui entravano nelle attività commerciali tra Napoli e Caserta e minacciavano gli addetti. Così riuscivano a farsi consegnare denaro e altri oggetti di valore. Puntavano principalmente a farmacie e uffici postali.
Ventuno rapine già gli erano state contestate. E, per questo, erano rinchiusi dal 10 marzo scorso nell’istituto di pena minorile di Nisida, a Napoli. A distanza di meno di 15 giorni, i carabinieri della compagnia di Casoria hanno notificato a due 16enni un’altra ordinanza di custodia in istituto penale. Sono accusati di altre sette rapine commesse in tre mesi, tra aprile e luglio dell’anno scorso, in provincia di Napoli, tra Casoria e Arzano, i comuni dove risultano residenti. Il provvedimento è stato emesso dal gip del tribunale dei minori di Napoli, su richiesta della Procura per i minorenni.
Ammonta complessivamente a circa 17 mila euro il bottino degli ulteriori colpi di cui sono stati incolpati. Non erano soli nei raid predatori. Facevano parte di una banda composta da minorenni. Tre complici erano stati arrestati con loro il 10 marzo, altri invece sono ancora in corso di identificazione.
Ad incastrare i giovani indagati, i filmati delle telecamere di videosorveglianza.
Dalle immagini catturate dagli occhi elettronici, i carabinieri dell’aliquota radiomobile di Casoria, che hanno lavorato alle indagini, hanno ricavato gli elementi di colpevolezza che hanno permesso di fermare i sospettati. Nel corso dell’attività investigativa sono stati inoltre recuperati e sequestrati i capi di abbigliamento indossati durante le rapine.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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