Cronache

"Report” infiamma la guerra del Prosecco

Gli agricoltori locali contestano il governo per non aver tenuto fede all'accordo stipulato con la Regione che prevedeva maggiori tutele e maggiori investimenti per il Prosecco

"Report” infiamma la guerra del Prosecco

“Ci sentiamo presi in giro: il nome del nostro territorio, Prosecco, tutela nel mondo miliardi di bottiglie, ma la quasi totalità degli impegni presi nel 2009 per lo sviluppo di quello stesso territorio non è stata mantenuta”. È la denuncia che parte da Franc Fabec, presidente dell’Associazione agricoltori-Kmecka Zveza che raggruppa molti agricoltori del Carso triestino. Fabec, intervistato nel corso della punta di Report dedicata al Prosecco, ha commentato le vicende legate al nome del vino italiano più venduto nel mondo, scrive il Piccolo di Trieste.

Il programma tv di Milena Gabbanelli era incentrato sull’accordo stipulato tra il Ministero delle Politiche agricole e la Regione Friluli Venezia per avviare una serie di iniziative per lo sviluppo agricolo delle aree del Carso triestino. “Quel protocollo, ci ha detto il ministro delle Politiche agricola Maurizio Martina, è scaduto ad aprile 2016 e non sarà rinnovato - spiega Fabec - ma in tutti questi anni quel protocollo è rimasto praticamente lettera morta. Non è stato fatto quasi nulla di quello che ci era stato promesso. Solo la Regione Friuli Venezia Giulia, e bisogna dargliene atto, ha finanziato, per la sua parte, il Centro per la promozione dei prodotti del Carso in corso di realizzazione nella frazione di Prosecco”. “Ci sentiamo presi in giro - aggiunge Fabec -. Diamo il nome del nostro territorio per tutelare e difendere un vino che vale miliardi e noi siamo rimasti a bocca asciutta. In tutti questi anni, sul Carso non è stato piantato un solo ettaro di Prosecco. Il nostro vino è stato e continua a essere la Glera”.

Secondo quanto trasmesso da Report, nel 2015 ben 15mila aziende e 527 cantine sparse nelle province di Treviso, Padova, Vicenza, Belluno, Venezia, Pordenone, Udine, Gorizia e Trieste, hanno prodotto 438.698.000 bottiglie per un fatturato di due miliardi e 100 milioni di euro. Un numero eccezionale ma svenduto: se c’è chi vende una bottiglia a venti euro, c’è chi le svende online a un euro e 80 centesimi. “Siamo molto scontenti - rincara la dose Fabec - e siamo stanchi di aspettare.

Che siano royalties, diritti di copyright, o qualunque altra cosa, siamo convinti che è arrivato il momento che quegli impegni siano mantenuti e che si faccia qualunque cosa che riesca a portare beneficio al nostro territorio, con un atteggiamento che non è stato tenuto fino ad ora”.

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