Cronache

La rete della banda ghanese che attira i clandestini in Italia

Scoperta la rotta Accra-Instanbul-Bologna. Gli ingressi (illegali) gestiti da una banda di Pordenone: ecco come li facevano entrare in Italia

La rete della banda ghanese che attira i clandestini in Italia

Portavano in Italia clandestini africani e falsificavano documenti per farli passare da regolari. Questa mattina la polizia ha sgominato una banda formata da immigrati ghanesi che, da Pordenone, chiedevano 6mila euro per ogni irregolare che voleva arrivare illegalmente nel nostro Paese. Un traffico che andava avanti, indisturbato, da almeno un paio di anni. "È l'ennesima dimostrazione che l'immigrazione illegale e disordinata è un business da sradicare", ha commentato il ministro dell'Interno Matteo Salvini.

La banda, finita al centro delle indagini della polizia di Pordenone che questa mattina ha condotto una vasta operazione contro l'immigrazione illegale, chiedeva 6mila euro a ogni immigrato irregolare. Dagli accertamenti, come riporta l'agenzia Adnkronos, è emerso "un ben strutturato ed articolato sodalizio" attivo "da almeno due anni". A gestirlo era un ghanese che soggiorna regolarmente a Pordenone e, col tempo, è diventato il "referente" della propria comunità. L'uomo, come ricostruito dagli inquirenti, era in grado di far arrivare dal'Africa connazionali senza i requisiti di ingresso. Ci riusciva falsificando materialmente i documenti di viaggio. Il tariffario era tutt'altro che economico. Si parla, appunto, di almeno 6mila euro, escluse le spese per il viaggio aereo. I pagamenti illeciti venivano versati attraverso i circuiti internazionali di transfer-money. Le somme veniva, poi, auto-riciclate in Ghana attraverso investimenti immobiliari.

Grazie alle indagini portate avanti in questi mesi dalla polizia di Pordenone, è venuta alla luce la tratta di persone della rotta Accra-Instanbul-Bologna. Talvolta la banda si appoggiava anche su Parigi e Amsterdam oltre che sui principali aeroporti dislocati nei Paesi dell'Unione europea. Il pm ha chiesto e ottenuto dal gip l'ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti del capo del gruppo, un operaio 30enne ghanese.

Altri quattro connazionali sono, invece, indagati mentre è stata perquisita la casa del titolare di una ex agenzia di viaggi.

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