Riaperto il caso di Conti, l'ex generale suicida che si occupò di Rigopiano

In una lettera aveva scritto: "Le vittime di Rigopiano mi pesano come un macigno". Respinta l'archiviazione del caso per suicidio

Riaperto il caso di Conti, l'ex generale suicida che si occupò di Rigopiano

Non è ancora chiuso il cado dell'ex generale dei carabinieri Guido Conti, che il 17 novembre 2017 venne trovato senza vita, ai piedi del monte Morrone, che sovrasta la città di Sulmona. Un colpo di pistola alla tempia destra aveva fatto propendere per il suicidio, ipotesi accreditata anche dal ritrovamento di alcune lettere. In una di queste, indirizzata alla famiglia, Conti aveva dichiarato di avere delle colpe per la tragedia dell'Hotel Rigopiano: "Quelle vittime mi pesano come un macigno. Perché tra i tanti atti, ci sono anche prescrizioni a mia firma".

Ma ora, il giudice per le indagini preliminari del tribunale di Sulmona, in provincia di L'Aquila, ha accolto l'opposizione all'archiviazione della vicenda, presentata dei familiari dell'ex generale. Secondo quanto riportano il Corriere della Sera e la Gazzetta del Mezzoggiorno, ci sarebbero alcuni elementi poco chiari della vicenda, a cominciare dalla posizione in cui è stato trovato il corpo di Conti: a detta dei familiari non ci sarebbero disamine del medico legale a conferma del fatto che la posizione sia compatibile con un suicidio. Anche il profilo psicologico dell'ex generale non sembrerebbe quello di una persona incline a togliersi la vita. Inoltre, la famiglia lamenta il mancato approfondimento circa le ultime telefonate di Conti e la sua sensazione di essere stato isolato dai suoi ex colleghi.

Oltre a questi, ci sarebbe un altro punto a mettere in dubbio la tesi del suicidio: una macchina bianca notata da un testimone nei pressi del luogo in cui è stato ritrovato il corpo dell'ex generale, in un orario compatibile con la morte di Conti.

Il generale si era dimesso dall'Arma un mese prima della sua morte e a novembre aveva assunto l'incarico di addetto alla sicurezza ambientale di Total Italia, per cui era stato mandato all'impianto Tempa Rossa, in Basilicata. Ma il 15 novembre, Conti si era dimesso anche da questo incarico.

Dopo la morte dell'ex generale, la procura aveva aperto un'inchiesta per istigazione al suicidio ma, non trovando sufficienti elementi per sostenerla, aveva chiesto l'archiviazione del caso, cui i familiari si erano opposti. E ora, il giudice ha accolto l'opposizione, riaprendo il misterioso caso dell'ex generale Guido Conti.

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