A Rimini l'Agenzia delle Entrate "regolarizza" le prime prostitute

Durante i controlli fiscali, aperta d'ufficio la partita Iva ad almeno quattro squillo: pagheranno tasse e contributi sulle prestazioni effettuate. Ma loro annunciano ricorso

A Rimini l'Agenzia delle Entrate "regolarizza" le prime prostitute

A Rimini arrivano le prime squillo "regolari". Dopo che una sentenza della Cassazione del 2010 ha stabilito, infatti che il meretricio (quando non è sfruttamento) "è soggetto a tassazione perché attività lecita", l'Agenzia delle Entrate ha aperto d'ufficio la partita Iva ad almeno quattro lucciole, costringendole così a a pagare tasse e contributi sulle prestazioni effettuate

Gli ispettori dell'Agenzia delle Entrate hanno infatti trovato le donne - ufficialmente disoccupate - con cospicui conti in banca. Le quattro hanno confessato la vera "professione", sperando di scampare così ad ulteriori accertamenti. Ma gli ispettori non si sono persi d'animo e le hanno costrette a regolarizzarsi iscrivendo la propria attività come "servizi alla persona".

Per la prima volta, quindi, viene di fatto riconosciuta anche fiscalmente la prostituzione come attività lavorativa autonoma da tassare. a tra balzelli, contributi ed ovviamente sanzioni le lucciole si sono viste recapitare cartelle esattoriali con tanti zeri. Da qui la decisione di fare ricorso.

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