Cronache

Rogo Centocelle, scarcerato rom accusato dell'omicidio delle sorelline

Torna libero il rom accusato dell'omicidio delle tre sorelline nomadi morte nel rogo del camper a Centocelle. Per il gip di Torino mancano "gravi indizi di colpevolezza"

Rogo Centocelle, scarcerato rom accusato dell'omicidio delle sorelline

È tornato libero Serif Seferovic, il ventenne rom gravemente indiziato di essere il responsabile della morte delle tre sorelline Halilovich, bruciate vive lo scorso 10 maggio nel rogo del camper in cui vivevano, nel quartiere Centocelle a Roma.

Il gip di Torino, Alessandra Danieli, ha convalidato, infatti, il fermo di polizia per Serif Seferovic, ma, contrariamente a quanto chiesto dal pm di Roma, Antonino di Maio, non ha emesso l'ordinanza di custodia cautelare in carcere, disponendo, quindi, la scarcerazione del giovane.

La decisione del gip è stata motivata dalla “mancanza di gravi indizi di colpevolezza" a carico di Seferovic. Interrogato ieri mattina dal gip del capoluogo piemontese, Alessandra Danieli, il ventenne rom aveva affermato di non trovarsi sul luogo dell’incendio la notte in cui divampò il rogo in cui morirono le tre sorelle Halilovic, Elisabeth, Francesca e Angelica, di 20, 8 e 4 anni. "Non c'entro nulla, quella notte non ero lì, ero lontano assieme alla mia famiglia", aveva detto ieri Seferovic, chiarendo che la sera in cui scoppiò l’incendio si trovava con la sua famiglia in un'area di sosta a Prati Fiscali.

Il ventenne rom era stato fermato giovedì scorso a Torino con l’accusa di essere il responsabile dell’omicidio plurimo delle tre sorelline. Secondo gli inquirenti, infatti, che hanno in mano anche alcune immagini riprese da una videocamera di sorveglianza, ad appiccare il fuoco nel camper dove dormivano le tre sorelline Halilovich, nel parcheggio del centro Commerciale "Primavera" di piazza Mario Ugo Guatteri, sarebbe stato proprio Seferovic. Il padre delle ragazzine, inoltre, era da tempo in contrasto con alcuni membri della famiglia Seferovic, all'interno del campo nomadi di via Salviati. Il rogo del 10 maggio, infatti, era stato preceduto da diverse liti fra gli esponenti delle due famiglie. Il giovane, pregiudicato per reati contro il patrimonio, inoltre, aveva un furgone simile a quello utilizzato dagli autori del rogo.

Il rom era stato già arrestato per aver scippato, lo scorso dicembre, la giovane studentessa cinese Zhang Yao, morta poco dopo lo scippo, travolta da un treno mentre inseguiva i suoi aggressori. Seferovic fu condannato a due anni di carcere ma non scontò la sua pena perché incensurato.

"Sono soddisfatto del risultato ottenuto, sin dal primo momento il mio assistito si era dichiarato innocente ed estraneo ai fatti", ha commentato il legale di Seferovic, l'avvocato Gianluca Nicolini.

Sono previsti per domani, infine, gli esami per comparare il dna dell'indagato con le tracce rinvenute sul luogo dell'omicidio delle tre sorelline.

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