Roma, contro le scorribande dei cinghiali arrivano gli abbattimenti selettivi

La decisione della Regione Lazio prevede l'intervento dei cacciatori per abbattere i cinghiali in sovrannumero e limitare le incursioni degli ungulati in vie e parchi della Capitale. Protestano gli ambientalisti

Roma, contro le scorribande dei cinghiali arrivano gli abbattimenti selettivi

Alla faccia degli ambientalisti. A risolvere l’emergenza cinghiali, diventati una vera e piaga nella Capitale, arrivano i cacciatori. Si chiama “selecontrollo” ed è un meccanismo che prevede “l’abbattimento dei capi selvatici in sovrannumero”.

È stata la Regione Lazio, con un emendamento al bilancio approvato la scorsa settimana, ad optare per questo sistema che servirà ad evitare che gli ungulati se ne vadano a zonzo per i quartieri romani, facendo incursioni su strade, parchi e aree giochi per bambini, provocando, non di rado, incidenti. Da via della Pisana verranno predisposti appositi piani per consentire ai cacciatori di eliminare un numero programmato di esemplari. È “l’abbattimento selettivo”, che verrà messo a punto dai “selecontrollori” incaricati dalla Regione.

Dalla maggioranza Pd parlano di “approccio” alternativo al problema. “La caccia al cinghiale – spiegano i consiglieri Euguenio Patané e Marietta Tidei - verrà considerata come una modalità di prevenzione del danno”. Insomma, lo scambio di accuse tra Dem e Movimento 5 Stelle – i primi puntano il dito contro Virginia Raggi per l’accumulo dell’immondizia che attira i mammiferi nella Capitale, i secondi incolpano la Regione di non aver mosso un dito per risolvere un problema di sua competenza – si è risolto con l’adozione di questo provvedimento.

Un provvedimento che, però, fa già discutere i verdi. Aprire alla caccia nei Parchi regionali "non risolve il problema ma è un palliativo che aggrava la situazione”, attacca il presidente di Legambiente Lazio, Roberto Scacchi, che invoca, piuttosto, lo sviluppo dei “piani di contenimento dei Parchi, che prevedono la fornitura delle gabbie per la cattura agli agricoltori”. Ma dalla Regione rassicurano: "In materia di caccia non cambia nulla per le aree naturali protette, dove l'attività venatoria è vietata e normata da leggi nazionali”.

“Il contenimento della specie", fa sapere l’assessorato all’Agricoltura, avverrà soltanto “all'interno dei parchi, prevedendo la possibilità di effettuare prelievi e abbattimenti selettivi necessari per ricomporre squilibri ecologici”.

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