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Roma, giudice "lumaca" impiega 16 mesi per scrivere 7 pagine

Un giudice di Roma ha impiegato 16 mesi, invece dei 60 giorni previsti, per scrivere le 7 pagine di motivazione di una sentenza: in media ha scritto circa 5 parole al giorno

Roma, giudice "lumaca" impiega 16 mesi per scrivere 7 pagine

Sedici mesi per depositare le motivazioni di una sentenza da sette pagine in tutto: il giudice più lento di Roma ha scritto in media mezza riga al giorno.

Il 1 aprile 2016, A. R., funzionario dell’Agenzia del Demanio, è stato assolto dall’accusa di aver assunto presso l’ente, tra il 2005 e il 2012, cinque persone senza il rispetto delle procedure "perché il fatto non sussiste". Dopo la lettura della sentenza, il collegio giudicante si è impegnato a depositare le motivazioni in cancelleria entro 60 giorni.

A scrivere le motivazioni è lo stesso presidente del collegio giudicante che però impiega ben più dei due mesi previsti: 16 per l'esattezza. La consegna è avvenuta, dopo "continue istanze" da parte dell'avvocato difensore di una parte civile, Gian Paolo Stanizzi, il 26 luglio del 2017, con un ritardo di 427 giorni rispetto a quanto garantito.

Se il limite fissato di 60 giorni non è perentorio, il mancato deposito delle motivazioni causa problemi nel sollecitare l’appello, ha spiegato il legale al Corriere della Sera che ha ricostruito la vicenda. Inoltre, "se in secondo grado si ribaltasse l’esito, scatterebbe la prescrizione", ha aggiunto l'avvocato.

Un ritardo maggiore all'intera durata del procedimento. Da quando, infatti, il 27 marzo del 2015, è iniziato il dibattimento a carico del funzionario, riguardo la contrattualizzazione senza bandi pubblici all’interno dell’ente di cinque aspiranti candidati, a quando è emersa la correttezza delle procedure adottate dall'allora dirigente delle risorse umane alla fine del processo, sono passati 12 mesi.

Poi 16 mesi di silenzio e continui solleciti per ottenere le sette pagine che spiegano che l’Agenzia del Demanio è un "ente pubblico economico" e come tale "può procedere all’assunzione diretta di tutti i lavoratori per qualsiasi tipologia di rapporto di lavoro".

Sette pagine redatte in sedici mesi significa che ogni mese l’estensore ha scritto meno di mezza pagina. Delle 3829 parole usate per motivare la sentenza, 1291 sono un "copia e incolla" dei capi d’imputazione formulati dal pm e del decreto che dispone il giudizio redatto dal gip, ed è un'operazione rituale in tutte le sentenze.

Perciò le parole scritte "di pugno" dal giudice estensore sono solo 2533 e per scriverle ci ha impiegato 487 giorni. Questo vuole dire che in media il togato ha scritto poco più di 5 parole al giorno. Quando si dice giustizia lumaca.

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