Cronache

La tattica dello zio di Saman per rallentare le indagini

Danish Hasnain, accusato di aver compiuto materialmente l'omicidio, aveva detto agli investigatori che per lui la nipote era scappata in Belgio dopo aver mentito ai genitori per riavere i documenti

A sinistra, il promesso sposo di Saman Abbas scelto dalla famiglia
A sinistra, il promesso sposo di Saman Abbas scelto dalla famiglia

Lo zio di Saman, Danish Hasnain, l’uomo che al momento è ritenuto dagli investigatori l’autore materiale dell’omicidio della 18enne, era riuscito inizialmente a depistare i carabinieri. Aveva infatti raccontato loro che la ragazza, dopo aver finto di voler partire per il Pakistan con i genitori ed essere tornata in possesso dei suoi documenti, aveva fatto capire di voler andarsene da sola, o almeno senza i suoi familiari. Questo è quanto stato messo a verbale dai carabinieri di Novellara che ai primi di maggio avevano interrogato lo zio di Saman. Ai tempi si sapeva solo che la ragazza era scomparsa, solo dopo si è cominciato a pensare che fosse stata uccisa dalla sua famiglia perché si era rifiutata di sposare un cugino con un matrimonio organizzato dai suoi genitori.

Come lo zio di Saman depistò i carabinieri

Le dichiarazioni rilasciate da Danish erano state raccolte poco prima che fuggisse. In base al verbale reso noto dalla trasmissione Quarto Grado di Retequattro, lo zio di Saman aveva spiegato ai militari: “Non so dove sia Saman, ma secondo me è uscita per andare in Belgio, per trovare un suo amico. È la terza volta che va via da casa. Si è allontanata verso le 17 del 30 aprile. La prima volta era stata via alcuni mesi. Poi aveva fatto un viaggio in Pakistan e lì aveva detto ad amici che voleva sposare un ragazzo che vive in Belgio. Quando è andata la prima volta in Belgio, i suoi genitori si sono presentati in caserma per denunciare. Ma lei era in Belgio e non è stato possibile fare tanto”. L’uomo aveva quindi descritto la serata dello scorso 30 aprile, quando la giovane, secondo le sue parole, “è uscita di casa con la valigia, qualcuno è venuto a prenderla in auto, ma non l'ho vista salire sulla vettura. Indossava abiti corti, all'italiana, capelli colorati, giacca corta, pantaloni jeans, scarpe bianche”.

Il cugino resta in carcere

Al momento, l’unico familiare di Saman che si trova dietro le sbarre è Ikram Ijaz, il cugino fermato in Francia mentre stava cercando di raggiungere la Spagna a bordo di un pullman. Il tribunale del Riesame di Bologna ha infatti respinto la richiesta di scarcerazione che avevano avanzato i legali della difesa. La decisione è stata depositata in seguito all'udienza tenutasi a Bologna, durante la quale gli avvocati del giovane e il pubblico ministero Laura Galli avevano esposto le loro tesi. Entro 45 giorni verranno rese note le motivazioni della decisione presa dal Tribunale del Riesame.

Gli avvocati Domenico Noris Bucchi e Luigi Scarcella, difensori del giovane pakistano, hanno sottolineato: “Non ci resta che attendere le motivazioni del Riesame per poi valutare come meglio agire. Restiamo convinti che la gravità indiziaria non giustifichi la detenzione in carcere del nostro assistito. Ma, a quanto pare, al Riesame l'hanno pensata in modo diverso”. Il ragazzo ha sempre negato un suo coinvolgimento nella vicenda, anche nel suo primo interrogatorio. Ha ribadito di essere estraneo a quanto avvenuto e di non sapere dove sia Saman. Ijaz è accusato di concorso in omicidio premeditato, sequestro di persona e occultamento di cadavere. Intanto, il padre e la madre di Saman sono stati inseriti nella banca dati dell'Interpol, che equivale alla richiesta di arresto provvisorio La comunità pakistana della Bassa Reggiana ha organizzato per questa sera un flash mob alle 19 in piazza Unità d'Italia a Novellara, “per solidarietà a Saman Abbas”.

La speranza del fidanzato

Ajud Saqib, il fidanzato di Saman, ospite a "Chi l'ha visto?" ha detto di sperare che la sua ragazza venga ritrovata ancora viva. Magari rinchiusa chissà dove, in Italia, in Francia, in Spagna, ma ancora viva. La testa e il cuore suggeriscono al ragazzo che la sua amata non è morta e lui ha raccontato di sognarla “ogni notte, prigioniera dietro delle sbarre o in una piccola stanza. Piange, piange sempre, e mi dice: amore, aiutami...”. “Secondo me è viva, tenuta segregata da qualche parte dallo zio Danish dal cugino Nomanhullaq.

Che, non a caso, sono irreperibili esattamente come i genitori di Saman” ha ipotizzato, augurandosi un finale diverso da quello che tutti temono.

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