"Era Satana trasformato in bambina". È questa la motivazione-choc che Matthew Scully-Hicks dietro l'omicidio della piccola Elsie, adottata insieme al marito e morta ad appena 18 mesi.
Lo scorso maggio, racconta il Corriere, il 31enne ex istruttore di educazione fisica del Galles ha preso la bimba e l'ha sbattuta più volte contro la parete, fratturandole diverse parti del corpo e il cranio. Poi l'ha lasciata - agonizzante - per quattro giorni prima di portarla in ospedale. Ospedale dover per altro era già stata portata almeno altre quattro volte in passato per fratture e abrasioni. In quelle occasioni, però, i medici avevano creduto alle bugie raccontate dal genitore. E nemmeno i servizi sociali avevano mai sospettato degli abusi, al punto che solo due settimane prima che la bambina morisse avevano approvato l'adozione definitiva per la coppia gay (che ha adottato anche un altro bambino).
"La bimba era vulnerabile e senza difese", ha ricostruito in aula il pm Paul Lewis Qc, spiegando che la piccola è morta a causa delle "ferite catastrofiche" inferte dal papà adottivo. Scully-Hicks ha negato l’omicidio, ma i vicini di casa lo hanno sentito urlare parolacce nei confronti della figlia e in alcuni sms inviati al marito la definiva "Satana vestito da bambina": "Si è appena scolata mezza bottiglia di latte e ora strilla che ne vuole ancora", scriveva Matthew al partner, "Si sveglia ogni notte ad intervalli regolari, vuole soltanto il ciuccio e attenzione, è una vera e propria diva".
L'altro papà - spesso fuori casa per lavoro - ha sostenuto davanti ai giudici di non aver
avuto idea degli abusi commessi dal marito: "Se avessi sospettato qualcosa non l’avrei mai tollerato", ha detto. Scully-Hicks è stato condannato oggi all'ergastolo con almeno 18 anni di carcere da scontare.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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